Approvato, con 24 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astenuti, il ‘Documento del sindaco” sulla pianificazione urbanistica strategica e operativa per gli anni dal 2020 al 2022. Atto ammnistrativo inziale per dar vita alla prossima Variante, che disegnare lo sviluppo urbano di Verona nei prossimi vent’anni. La delibera è stata illustrata ieri sera all’aula dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala. Attraverso il nuovo strumento urbanistico, senza il consumo di nuovo suolo, si punta alla realizzazione di piazze, residenziale e uffici di nuova concezione, spazi per gli anziani e luoghi di aggregazione per tutti i quartiere. La pianificazione sarà caratterizzata da minor consumo del suolo, dalla rigenerazione urbana, dal recupero delle aree dismesse e dalla tutela del verde. Tra gli obiettivi:

Contenimento del consumo del suolo. L’obiettivo è quello di limitare le nuove costruzioni, a vantaggio del recupero delle esistenti. Una scelta in linea con la legge regionale n.14 del 2017: per lo sviluppo urbano partire dalla riorganizzazione e dalla riqualificazione del tessuto insediativo esistente.

Rigenerazione urbana. E’ alla base della pianificazione urbanistica dell’Amministrazione, da applicare negli ambiti urbani degradati. Laddove per degrado non si intende solo quello edilizio (in presenza di un patrimonio architettonico di scarsa qualità o obsoleto), ma anche urbanistico (dove vi sia un impianto urbano disorganico o incompiuto), socio-economico (immobili in condizioni di abbandono o utilizzati impropriamente), ambientale (dove le condizioni naturali risultano compromesse).

Recupero aree dismesse. In linea con il contenimento del consumo del suolo, si punta a dare nuova vita a fabbricati dismessi o utilizzati sono in parte, edifici di varia natura disseminati su tutto il territorio. Sono i ‘Vuoti a rendere’, oggetto nei mesi scorsi di una campagna di indagine in cui l’Amministrazione ha coinvolto associazioni di categoria, ordini professionali e investitori.

Modalità e tempi. Gli interventi di riqualificazione urbana possono essere attuati mediante Piani urbanistici attuativi e comparti o Permessi di costruire convenzionati. Cinque le fasi previste per dare corso al procedimento tecnico amministrativo, che si concluderà a metà 2021. Dopo l’approvazione della giunta e un primo passaggio in Consiglio comunale, parte la fase della concertazione per l’individuazione degli ambiti degradati, con incontri e confronti con gli stakeholder, le associazioni di categoria ma anche i cittadini. Stabiliti gli ambiti di degrado su cui intervenire, ne verrà affidata la coprogettazione ad un advisor, che seguirà la stesura del masterplan con le linee guida per le manifestazioni di interesse. Quindi la redazione vera e propria della Variante, e i successivi passaggi di valutazione fino all’adozione finale in Consiglio comunale.
ArsLab e Partecipazione. Ancora una volta viene scelto il confronto e la partecipazione della cittadinanza, che sarà coinvolta con lo strumento del GeoBLOG/questionario e con l’attività dell’ArsLab.

“Il Comune, quale precondizione per programmare interventi di nuova urbanizzazione – spiega l’assessore Segala – deve preliminarmente verificare le possibilità di riorganizzazione e riqualificazione del tessuto esistente. Dalla Zai storica fino a Montorio, non c’è quartiere in cui non siano presenti ex aree industriali o produttive in stato di abbandono o degrado, che hanno bisogno di nuova identità per integrarsi con il tessuto circostante. Il percorso intrapreso, rispetto alle varianti precedenti, va nella direzione del recupero di questi spazi, senza ulteriori consumi di suolo, come previsto dalla legge. Oggi lo sviluppo cittadino si realizza andando a riqualificare gli edifici dismessi e le zone degradate. Già con l’indagine effettuata, denominata ‘Vuoti a rendere’, è stato riscontrato che molti di queste aree sono concentrate sì a Verona Sud, ma non solo. Agiremo quindi in tutti i quartieri, nessuno escluso. La scelta è quindi di intervenire complessivamente su tutto il territorio con una specifica variante di riconversione degli spazi degradati della città”.