(b.g.) Un, due, tre…contate sino a 200 miliardi ed avrete la durata del governo Conte-bis. Mark Rutte ha vinto poco rispetto a quel democristiano doroteo che si cela nell’abito blu strizzato di Giuseppi. 200 miliardi sono tanti soldi, si possono fare moltissime cose: buone e meno buone; nobili o immonde porcherie. Comunque, c’è così tanto da fare che tempo per litigare Pd-M5S e Leu non ne avranno proprio. C’è la lista della spesa da fare – e occhio alle amministrazioni locali che dovranno entrare nella cornucopia di Stato – , il contentino da dare (forse) all’opposizione, presentare il libro dei sogni a Bruxelles , farselo approvare, iniziare a spendere…et voilà, la crisi d’autunno è già passata e chissenefrega se alle regionali il Centrodestra vincerà le sue Regioni. La torta importante sta altrove, sull’asse Roma-Berlino-Bruxelles e lì per i sovranisti (i nostri, almeno) spazio non ce n’è.
La manovra economica vedrà un altro deficit impressionante, ma coi 200 in arrivo dall’Europa ai tassi europei e non italiani anche chi possiede il debito nazionale si terrà la lingua ben stretta fra i denti.
Passate le Regionali, passata la Finanziaria 2021 si può iniziare a giocare al Quirinale. Prodi? Preparatevi comunque ad un esponente del centrosinistra che da Cossiga in poi non ha mai fatto toccare palla al centrodestra sull’argomento. Nel 2021 ci sarà un refolo di ripresa; se non sono del tutto pazzi i cantieri aperti dal governo avranno effetto nel 2022 e siamo già alle elezioni politiche. I soldi sono il miglior collante del potere e i pentastellati – incompetenti, approssimativi, chiacchiere e fuffa – potranno raccontare alla loro gente dei risultati clamorosi ottenuti. Mai nessun Governo italiano ha avuto così tanto cash da spendere, anzi: con l’obbligo di spendere. Certo, Merkel e Rutte controlleranno se l’Italia spenderà più o meno bene i soldi, ma alla fine cosa mai saranno le “creste” latine sul fatto d’aver scongiurato il crack dell’Unione europea? Un costo accettabile, una mancetta che non cambia la sostanza.
Lezione, numero uno: per fare i sovranisti bisogna essere inattaccabili e non avere debiti con tutti. L’Olanda ha dimezzato il suo debito pubblico, manda la sua gente in pensione con più anzianità di servizio di noi, e la paga pure meno. Guadagna sottraendo imprese agli altri Paesi che non pensano alle necessità degli imprenditori, ma a garantirsi una claque. Rutte, la bella olandesina, inizia a starmi simpatico.
Lezione numero due: quando sei al governo controlla il numero dei mojito che hai sul tavolo. Avevi il governo in mano, oggi puoi abbaiare alla luna contro un sistema blindato. Cosa avresti fatto con 200 miliardi da spendere? Sotto l’ombrellone, al ritmo del raeggeton, Matteo Salvini avrà il tempo di meditarci sopra.
Lezione numero tre: il Centrodestra deve proseguire nella sua traversata nel deserto. Questa volta ce l’ha cacciato un mix di arroganza ed impreparazione propri. Si è fatto infilare in un cul-de-sac clamoroso: se Giuseppi perdeva a Bruxelles ereditava un governo fatto di casse vuote ed un Paese affamato in rivolta; se Giuseppi vinceva si doveva rassegnare a restare fuori dai giochi. Così è stato. La strada per Palazzo Chigi si è allungata di altri mille giorni.