Un riassetto nel capitale all’Aeroporto Catullo di Verona a tutto vantaggio del socio veneziano? Non senza passare da una gara pubblica, come già doveva accadere nel 2014 quando entrò la Save a Villafranca acquisendo direttamente le quote controllate dal Comune di Villafranca. Gianni dal Moro, parlamentare PD, sul Catullo ha combattuto più di una battaglia. E oggi ha riaperto le ostilità scrivendo al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli (che del PD è vicepresidente) per chiedere lumi sul vecchio aumento di capitale e su quanto si vocifera sia in progettazione da parte della società veneziana guidata da Enrico Marchi.

Dal Moro in una interpellanza evidenia come «A seguito delle numerose irregolarità legate alla precedente gestione, il nuovo presidente Paolo Arena, che ha assunto la carica della Catullo spa a giugno 2011, ha operato negli anni una profonda ristrutturazione con un taglio dei costi gravanti sul conto economico; i bilanci della società sono passati, con la nuova gestione, da perdite di 26,6 milioni di euro del 2011 a 14 milioni di euro del 2012 e a 3,2 milioni di euro nel bilancio 2014, a dimostrazione che la ristrutturazione dava buoni frutti; inoltre, nella presentazione del Piano Industriale, a luglio 2012, è stato fatto presente ai soci che data l’esposizione esistente e per attuare i piani di investimento erano necessari nei successivi 3 anni circa 50 milioni di euro che non potevano essere coperti con ulteriore indebitamento finanziario oneroso, ma attraverso l’ingresso di un partner industriale o finanziario per lo sviluppo a Brescia del settore cargo e a Verona del trasporto passeggeri.

Nel 2013 Save spa, società di gestione aeroportuale degli scali di Venezia e Treviso faceva pervenire un’offerta per entrare nella Catullo spa in cui la società veniva valutata circa 70 milioni di euro e l’assemblea dei soci deliberava l’accettazione della citata proposta; tra settembre 2013 e aprile 2014 si sono avviati i lavori sugli aspetti legali dell’operazione, dal momento che la normativa vigente – allora come oggi – rendeva necessaria la gara ad evidenza europea per vendere le quote detenute da società pubbliche».

Prosegue Dal Moro: «Mentre ad ottobre 2013 il gruppo di lavoro incaricato presenta un primo parere che mostra molte incertezze e suggerisce prudenza nella vendita delle quote a Save spa optando per la procedura ad evidenza pubblica, anche nel rispetto delle normative europee, a febbraio 2014 una nuova versione del parere, determina che l’ingresso può essere fatto senza gara sulla base di due condizioni indispensabili e non prescindibili: 1) che il controllo della società Catullo spa rimanga in mano ai soci pubblici; 2) che la società Save spa sottoscriva il piano industriale senza porre condizioni. Così, tra marzo e luglio 2014 sono stati convocati i membri del consiglio di amministrazione per approvare le modifiche allo statuto della Catullo spa necessarie per consentire l’ingresso di Save spa; tra i documenti parrebbe non risultare presentato alcun piano industriale, né tantomeno la condivisione del piano approvato a luglio 2013; non risulterebbe altresì mai presentato un documento di approvazione dell’operazione Catullo–Save da parte di Enac, né tanto meno da parte del Ministero competente.

La stessa valutazione passò da 70 a poco meno di 50 milioni di euro: ciò nonostante, l’assemblea dei soci, nel 2014, ha approvato l’ingresso di Save spa che, acquistando il 2 per cento delle quote detenute dal Comune di Villafranca, senza gara, e con aumento di capitale di 24 milioni di euro interamente versati dalla Save spa stessa, ha aumentato la propria presenza al 35 per cento del capitale sociale; attualmente la Save spa detiene il 40,3 per cento delle quote della Catullo spa avendo acquisito anche le quote inoptate delle banche».

Prosegue Dal Moro: «Nel marzo del 2018 Anac deliberava come non conforme alle previsioni del codice dei contratti e del diritto comunitario la cessione delle quote di proprietà del Comune di Villafranca, mentre la Corte dei Conti metteva in discussione il bilancio di Villafranca di Verona del 2014 e la Procura della Repubblica di Verona apriva un procedimento penale; nella stessa delibera l’Anac chiedeva al presidente della società Aeroporto Valerio Catullo spa e al sindaco del comune di Villafranca di far conoscere, entro 30 giorni dalla ricezione della propria comunicazione, all’Anac le eventuali azioni da intraprendere in esito della sua delibera. A questo punto – chiede Dl Moro – voglio sapere se effettivamente il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti ed Enac abbiano emesso un parere positivo sulle modalità di ingresso di Save spa nella partecipazione societaria dell’aeroporto come sembrerebbe asserito sui media dai vertici della società aeroportuale veronese».

Nel mirino, soprattutto, il prossimo incremento della partecipazione di Save nella Catullo. Dal Moro chiede al ministro: «Questo ipotizzato aumento di partecipazione societaria è compatibile con la convenzione in essere tra Enac e la società Catullo spa?Ma, soprattutto, in considerazione del parere fornito dall’Anac nel 2018 circa la necessità dello svolgimento della gara ad evidenza pubblica internazionale, quali iniziative intende assumere, a fronte delle irregolarità rilevate dall’Anac medesima nel 2018?».