Il Covid-19 (soprattutto la crisi economica di cui ci siamo tutti già accorti) sta facendo all’automotive più danni della benzina alle stelle, in particolar modo a Verona. Infatti se il mercato dell’auto recupera un po’ di terreno rispetto ai mesi del lockdown, i numeri del Veneto restano negativi. E Verona indossa la sgradevole “maglia nera” della regione: a luglio le immatricolazioni di auto e mezzi fuoristrada sono state 1916, il 25,2% meno dello stesso mese del 2019, a fronte di un calo medio in Veneto del 18,6%. Tra gennaio e luglio la batosta in regione rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno è stata del 43,2%, e anche in questo caso Verona ha subito l’arretramento più pesante.
Gli operatori del settore chiedono “opportuni provvedimenti” da parte del governo, con il rischio in caso contrario di “uno stallo ancor più accentuato” che secondo Federauto potrebbe far chiudere il 2020 con 800 mila contratti in meno in Italia e una perdita di posti di lavoro di 40 mila dipendenti.
Una notizia parzialmente positiva è il sensibile incremento delle vendite di auto elettriche e ibride, con una quota di mercato arrivata al 15%. Secondo l’UNRAE rispetto al 2019 le immatricolazioni sono aumentate del +53% (oltre 2200 unità) le elettriche e dell’84% le ibride (17.700 auto). Merito sia di una nuova mentalità ambientale ma senz’altro anche degli incentivi messi sul tavolo sia dal Governo con l’Ecobonus 2020 che dalle Regioni e dai Comuni.