(di Giorgio Massignan, Verona Polis) Per una Verona “capitale della cultura” sarebbe necessario innanzitutto bloccare ogni nuova espansione edilizia che, oltre al consumo di suolo, sfrangia disordinatamente il tessuto urbano della città, con conseguenze negative sia per la mobilità che per i servizi. Di contro, sarebbe opportuno destinare gli immobili pubblici, quali le caserme dismesse, per l’edilizia economica e popolare, secondo le norme della legge 167. Verrebbero riportate in centro storico le famiglie giovani con figli, invertendo la tendenza di abbandono residenziale delle zone centrali con i relativi effetti. Quindi, andrebbe redatto un piano regolatore sulla tipologia, la proprietà e la rivalutazione fisica e funzionale degli edifici storici della nostra città, per poi definirne le destinazioni d’uso.
Si dovrebbero utilizzare gli oltre 10.000 appartamenti sfitti, anche attraverso incentivi per il restauro e/o pesanti oneri per coloro che li lasciano colpevolmente vuoti. Infine, le scelte di come utilizzare le aree dismesse, non dovrebbero essere effettuate sulla base delle manifestazioni di interesse degli operatori economici privati, ma delle oggettive necessità ed esigenze del territorio e dei suoi abitanti. Stiamo correndo il rischio di avere una quantità enorme di non necessari centri commerciali, direzionali o ricettivi.
Propongo tre sistemi urbani – del verde, della mobilità e dei percorsi culturali – che, collegati organicamente tra loro e con il territorio, potrebbero fornire una prima risposta al bisogno di una maggiore qualità urbana. Ho preso in considerazione solo alcuni aspetti, quelli relativi al verde, alla mobilità, ed alla cultura. Ne rimangono ancora molti altri.
Sistema del verde:
1.Fascia verde di protezione verde e quale corridoio naturalistico-monumentale di collegamento dei forti austriaci fuori mura, dal forte Chievo sino a Forte Santa Caterina (primo campo trincerato).
2.Grande parco piantumato allo Scalo Merci della Ferrovia.
3.Parco delle Mura.
4.Parco dell’Adige del professor Sandro Ruffo degli anni ’90.
4.Parco della Collina.
5.Parco della Spianà progettato dall’architetto Rudi.
Sistema della Mobilità: .
1.Attuazione di un comodo, efficiente ed ecologico sistema di mobilità pubblica, che possa essere realmente alternativo a quello privato a motore. Una tramvia elettrica che, partendo da Verona est, arrivi a Porta Vescovo, dove un ramo si dirige verso Borgo Venezia, Santa Croce e Quinto. Quindi prosegue a ridosso delle mura magistrali, sbocca in via Pallone, attraversa Piazza Bra e Corso Porta Nuova. Un ramo si dirige verso Verona sud, Golosine e Santa Lucia; un altro prosegue verso la zona stadio, San Massimo e Borgo Milano; ed un terzo si dirige verso Borgo Trento e Parona.
2.Sistema di minibus elettrici che dai parcheggi scambiatori alle porte della città, si collegano con il centro storico.
3. Realizzazione di un sistema di percorsi ciclabili.
4. Costruzione di parcheggi scambiatori alla periferia della città, serviti da frequenti corse di mezzi di trasporto pubblico.
5. Z.T.L. sull’intero centro storico (compresa Veronetta).
Sistema dei percorsi culturali
Primo percorso: Tomba di Giulietta (museo degli affreschi), Gran Guardia (esposizioni estemporanee), Museo Maffeiano, Castelvecchio, Arsenale (museo di scienze naturali).
Secondo percorso: Palazzo del Capitano (storia di Verona dagli Scaligeri ad oggi), Palazzo della Ragione (G.A.M.).
Terzo percorso: Colle San Pietro (museo archeologico), Castel San Pietro (storia di Verona dalla preistoria agli Scaligeri.)
Percorso di Colle San Pietro e del rione di San Giovanni in Valle:
Teatro Romano, Palazzo Fontana e San Siro e Libera, Castel San Pietro, mura scaligere, San Zeno in Monte, via Scala Santa, Corte del Duca, Chiesa di San Giovanni in Valle, Villa Francescatti.
Percorso archeologico nel centro storico:
Realizzazione di un percorso archeologico, con la messa in luce della Postumia, il riposizionamento originale dell’Arco dei Gavi e la riapertura dei ritrovamenti romani e medioevali della zona di Piazza Viviani, oltre alla valorizzazione di tutti i reperti antichi all’interno dell’ansa del fiume.