(di Bulldog) Non ce ne voglia Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio, ma queste esternazioni continue sulla “buona” e sulla “cattiva” politica hanno scassato i gabasisi. Per alcuni industriali, la buona politica è quella che ubbidisce ai loro ordini ed a quelli dei maggiorenti riuniti in quella sorta di “loggia benedetta” che è il Centro Toniolo. Quindi, quando “loro” decidono che la municipalizzata (una società creata coi soldi dei cittadini) deve finire in dote a Milano la buona politica dice signorsì. La politica è buona soltanto se si adegua ad una loro decisione, quando abbozza e tace, persino quando “loro” decidono di aiutare sì la Fiera, ma a sconto. E’ buona quando ubbidisce e non chiede conto delle decisioni imposte: al Catullo, in Fiera, magari in Agsm.
Ecco, quella non è la “buona” politica.
La “buona” politica è quella eletta dai Cittadini; è quella che ha chiesto l’adesione di persone comuni ai suoi progetti, ai suoi programmi, che sono stati esposti pubblicamente, analizzati, financo sbeffeggiati. La “buona” politica sono le centinaia di persone che si candidano – coi loro pregi ed i loro difetti – per un posto in una circoscrizione o in Comune. La “buona” politica è quella che ha pianificato, ricostruito, riempita di servizi, questa Città. Progetti di cui tutti noi abbiamo beneficiato e goduto, industriali compresi.
La “buona” politica è quella che si preoccupa della sorte di decine di migliaia di piccoli risparmiatori che hanno affidato i risparmi della loro vita a Istituzioni , Presidenti e Manager che di quei soldi hanno fatto strame, bruciandone il valore. Istituzioni, Presidenti e Manager che “loro” continuano a sostenere e difendere.
C’è una “cattiva” politica? Certo che c’è. E’ quella che – fra le tante porcherie – ha messo in atto politiche economiche pensando non al mercato, ai risparmiatori, a chi si buttava in un’impresa, ma agli interessi di pochi. La “cattiva” politica c’è sempre stata, ma è aiutata a crescere, a rafforzarsi, dal populismo spanto a piene mani da chi ha funzioni di responsabilità pubblica. Quindi, per L’Adige la buona politica è quella che non ha regalato Agsm ad A2A¸che vuole il Catullo di nuovo tutto veronese; che chiede il voto ai Cittadini e viene misurata per quello che fa; che si inginocchia di meno ma progetta e difende il valore del lavoro, dell’impresa e del risparmio dei suoi amministrati. Libera politica in libero Stato, diciamo…