Con l’emergenza covid, avvicinandosi l’inverno, la stagione dell’influenza, che ha sintomi quasi uguali a quelli del coronavirus, la vaccinazione anti-influenzale assume un’importanza fondamentale. Meno persone prenderanno l’influenza, più facile sarà individuare i veri malati di covid. Da quarant’anni mi faccio il vaccino anti-influenzale, me lo vado a prendere in Farmacia – dieci euro o poco più- e me lo faccio a casa. Gli anziani, le persone più vecchie, che possono averlo gratis, potevano andare dal medico.

Adesso la novità. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, già Pd, ora Liberi e Uguali, ha deciso che il vaccino uno non può più andarselo a comprare in Farmacia. No, deve andare per forza dal medico di famiglia, mettersi in coda, perdere tutto il tempo che c’è da perdere e farselo fare lì. Non c’è niente da fare. Nella sinistra la mentalità comunista prima o poi, in un modo o nell’altro salta sempre fuori. Il comunismo è morto da trent’anni, ma ha lasciato un’eredità difficile da sradicare (nella foto, una vaccinazione di massa nella vecchia Urss). Solo che chi lavora, piuttosto di andare a perdere ore dal medico di base preferisce andarselo a comprare in Farmacia e farselo da solo. Altrimenti va a finire che manco se lo fa.

Ma che cosa è saltato in mente a Speranza? E’ mai possibile che in Italia si complichino sempre le cose semplici? Perché andare ad ingolfare gli ambulatori dei medici di base? Ve li immaginate duemila assistiti che nel giro di qualche settimana si affollano nelle sale d’aspetto dei loro “dottori”? Lo sa Speranza che gli ambulatori dei medici di famiglia sono aperti solo poche ore al giorno? E col distanziamento sociale come la mettiamo? Lo sa che il successo della vaccinazione dipende dalla facilità con cui uno si può vaccinare?

Forse sì, ma la mentalità sovietica del suo Dna politico è più forte di lui. Compagni! Tutti in fila dal dottore a vaccinarsi!