(di Marco Danieli) E’ travagliata la storia del trasporto pubblico a Verona. E sembra che non se ne vada fuori, specie adesso col Covid che impone limitazioni nell’utilizzo dei mezzi. Due fattori, la riapertura delle scuole e la bocciatura del progetto filobus, rendono la questione sempre più difficile.
All’inizio l’idea era la metropolitana, come nelle grandi città, ma a detta degli esperti il gioco non vale la candela: bisogna scavare dappertutto, costi troppo alti, disagi, tempi lunghi per realizzarla e poi i blocchi sicuro per i ritrovamenti archeologici. Da lì, per non scavare, si è passati alla metropolitana “leggera”, di superficie, con carrozze che viaggiano su sede propria. Poi è stata la volta della tranvia e quindi del filobus. Ma a tutt’oggi, per una storia o per l’altra, non se n’è fatto niente. Chi vuole va in autobus oppure prende il taxi. A parte i monopattini e le biciclette elettriche del Comune, che sono soluzioni non adatte a tutte le fasce di età, alternative di trasporto pubblico non ce ne sono. Più del 65% dei veronesi usano la propria macchina come principale mezzo di spostamento. Il traffico è un problema, soprattutto nelle ore di punta, quando contemporaneamente si muovono decine di migliaia di auto per raggiungere posti di lavoro, scuole, uffici pubblici, ospedali, stazioni, ecc… Eppure, invece di scavare e di sconvolgere le strade, un sistema ci sarebbe. Perché non fare una funivia urbana?
Basta piantare dei piloni sui quali far scorrere i cavi per il trasporto delle cabine e il gioco è fatto. Una forma di trasporto sicura, ecologica, economica, a bassissimo impatto ambientale e che potrebbe e essere un’attrattiva per i turisti per godersi il panorama di Verona dall’alto. L’Ospedale di Borgo Trento ha il problema di parcheggio? Se ne fa uno al di là dell’Adige e lo si collega all’ospedale con la cabinovia. Con la funivia urbana si potrebbe collegare l’aeroporto con il centro; Borgo Venezia con Borgo Trento, by-passando il nodo del teatro Romano; il centro con la Fiera e la stazione ferroviaria.
A Roma il progetto esiste ha già preso piede ed è stato presentato qualche giorno fa sul portale del Pums da Francesco La Vigna, geologo della Balduina. La funivia Prati-Flaminio dovrebbe nascere come impianto a fune “ad andamento triangolare” in grado di collegare Prati, Balduina e Flaminio per decongestionare le linee bus della direttrice di viale delle Medaglie d’Oro e rendere meno impattante il traffico sulla Panoramica e sulla Trionfale. A Berlino ne è stata costruita una che funziona egregiamente, è anche bella da vedere ed è stata realizzata da un’impresa italiana, la Leitner di Vipiteno, azienda leader del settore.