(di Giorgio Sartori) E’ di pochi giorni fa la notizia che un’ impresa veronese della distribuzione alimentare al dettaglio ha trasferito il suo importante centro logistico in un comune della vicina Lombardia.
La scelta di delocalizzare avrà avuto, sicuramente, le sue buone motivazioni,non ultimo il fatto che nella Provincia veronese,non avrà trovato le favorevoli condizioni che, al contrario, ha offerto il territorio lombardo.
Lungi da porre l’accento su questa ed analoghe scelte che molte imprese veronesi hanno fatto o stanno per fare, soprattutto se esse portano con sé investimenti ed occupazione.
Viene, invece, spontanea la domanda sul perché queste operazioni non vengono trattenute sul territorio veronese, considerate le opportunità che esso offre o potrebbe offrire a seguito di coraggiose scelte amministrative.
Sono domande che deve porsi la Politica, anche tramite eventuali partecipate o controllate, visto che è depositaria del governo del territorio.
La memoria ricorda che molte opportunità sono emigrate in territori non veronesi per i ritardi maturati dalle scelte amministrative in generale.
Giova rammentare, inoltre, che i tempi delle Imprese non sono i tempi della Politica. L’attuale situazione pandemica deve far riflettere anche e soprattutto su questo aspetto se vogliamo, come veronesi, onorare ci ha preceduti ed avevano visto in Verona e la sua Provincia un grande modello di sviluppo.
Se non verranno percorsi sentieri coraggiosi e veloci, saremo destinati ad una lenta regressione. Questo conto salato lo pagheranno le nuove Generazioni. Nessuno può assumersi questa responsabilità.