(di Marco Danieli) Sassari è la città italiana con l’aria più pulita. Milano, Palermo, Roma e Torino quelle con l’aria peggiore. Verona, assieme all’85% delle città italiane città è inquinata, avendo livelli di PM10 e Pm 2,5 ( le polveri sottili) e di biossido d’azoto (NO2) superiori a quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono questi i dati che si trovano nel report “Mal’aria edizione speciale” di Legambiente relativi al quadriennio 2014 – 2018, con le relative pagelle che all’esame dell’aria promuovono solo il 15% delle 97 città italiane esaminate (quasi tutte). Verona, di 97 città, è 89.ma: è fra le peggiori d’Italia, per essere chiari.

Sono dati che non sorprendono, specie noi che viviamo nella pianura Padano-Veneta, una delle zone del continente dove esiste la sfortunata combinazione di una scarsa ventilazione dovuta al sipario che ferma i venti costituito dalle Alpi e la grande antropizzazione ed industrializzazione. Diventa quindi difficile per l’uomo – e di conseguenza per le istituzioni territoriali – combattere contro questi due fattori negativi. Domani primo ottobre dovrebbero entrare in vigore le limitazioni antismog previste dall’Accordo di bacino padano per cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico che ogni anno in Italia causa 60 mila morti premature e ingenti costi sanitari.

Secondo Legambiente “Il governo italiano grazie al Recovery Fund ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese partendo dalle città con interventi strutturali che mettano al centro la mobilità sostenibile, elettrica, condivisa, ciclopedonale e multimodale”.

L’organizzazione ambientalista chiede più coraggio alle Regioni nella lotta all’inquinamento e fa notare che Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto hanno rinviato di un anno il provvedimento che blocca la circolazione delle vetture Euro4 – le più vecchie e costruite senza adeguati criteri ecologici- nei centri abitati con più di trentamila abitanti.

Ma ci sono anche dei piccoli gesti quotidiani che possiamo fare tutti per contribuire a questa battaglia, come, ad esempio, non rimanere con il motore acceso quando si sta fermi con la macchina. Si tratta della “sosta inoperosa”, che nel comune di Verona è vietata con una specifica ordinanza. Ma sono pochi a rispettarla e a farla rispettare.