AMT e Comune dovranno fare i conti per tanto tempo con la vertenza filovia: Flavio Tosi non ha dubbi. Federico Sboarina pagherà caro l’assenza di coordinamento e guida di AMT e ATI, la cancellazione del contratto in essere e le dichiarazioni rilasciate sulla possibilità di un nuovo accordo col ministero dei Trasporti. «In realtà, il conto lo pagheranno i veronesi, con una riduzione delle prossime disponibilità finanziarie del Comune nei prossimi anni» chiosa Patrizia Bisinella.
Tosi presenta tre “pezze d’appoggio” alle sue dichiarazioni che mettono in un’altra luce la risoluzione del contratto con l’associazione delle imprese Consorzio Integra, Nuova Mazzi, Colas Rail Italia, Kiepe Electric e Carrosserie Hess: la prima è la dichiarazione – «Tutto è in regola e si lavora nei cantieri nonostante l’emergenza Covid» – del presidente dell’AMT Barini alla Commissione comunale di controllo alla fine del maggio scorso; la seconda risale al settembre 2016, l’ingegner Voi responsabile del progetto che afferma in una nota scritta che è confermato il finanziamento statale ad Opera Filovia; la terza è la dichiarazione del sindaco sul via libera del ministero ad un nuovo progetto, senza però averne una conferma scritta. «Una dichiarazione avventata che ha permesso all’ATI di sospendere i lavori nell’attesa di conoscere, appunto, il nuovo progetto. Ma se a maggio tutto andava bene, perché tre mesi dopo è stato rescisso il contratto? E se avevamo i finanziamenti certi già nel 2016 come mai i lavori sono stati pagati con la cassa di AMT e non coi fondi dello Stato o il mutuo collegato del Banco Popolare? Nella realtà da Roma sono arrivati soltanto 3 milioni sugli 80 previsti e il finanziamento della banca è rimasto fermo dato che non è stato perfezionato il rapporto col Ministero. Non a caso, l’ATI lamenta difficoltà nell’incassare gli avanzamenti lavori» rimarca Flavio Tosi.
Ma c’è un’altra tegola in arrivo: da questo mese potrebbero venir consegnati, uno al mese, i 40 mezzi della filovia, costo un milione € cadauno (nella foto, un rendering della fermata a Porta Nuova): «Come verranno pagati? E dove li parcheggeremo nell’attesa di una infrastruttura che è bloccata?» si chiede l’ex sindaco. Insomma, per uscire alla contro-causa dell’ATI ci vorranno anni; nel frattempo i cantieri non potranno venir toccati così come non si potrà trovare una soluzione alle decine di pali installati per reggere le linee elettriche di una filovia ora parcheggiata su un binario morto. Alla fine Opera sarà soltanto un bel faldone di atti giudiziari. Il paradiso dei giuristi; l’inferno dei pendolari veronesi…