(di Marco Danieli) «Nnon esistono studenti di serie A e studenti di serie B». Chi non studia nell’Università di Verona, non può avere accesso alle biblioteche. Gli studenti veronesi immatricolati fuori sede e che oggi, per via del Covid, non sono potuti tornare presso le rispettive città universitarie, si trovano in difficoltà: non possono accedere alle biblioteche, se non quella Civica, che ha riaperto, in ritardo, a fine luglio. Per questo motivo la consigliera di Quinta Circoscrizione di Traguardi, Beatrice Verzè, chiede un accordo tra Comune e Università di Verona per l’utilizzo delle biblioteche e spiega: «Comprendo le difficoltà del momento e quanto risulti complessa la gestione dei flussi, ma è altrettanto chiaro che tantissime studentesse e studenti veronesi non sono potuti rientrare nei propri atenei fuori dalle mura cittadine. Questa situazione dovrebbe far riflettere sulla necessità di un accordo tra il Comune e l’Università di Verona, in modo da garantire sia in centro che nei quartieri spazi alternativi e adeguati per lo studio e la ricerca».
Chi studia fuori dalle mure scaligere per poter usufruire della Biblioteca, deve per forza recarsi in centro presso la biblioteca Civica, anche se la biblioteca del proprio quartiere è presente e funzionante, ad esempio la sede “E. Meneghetti” in Borgo Roma. Un danno non soltanto per il singolo, ma anche per la vita del quartiere, che si svuota con la fuga da parte di tantissimi studenti che, se prima portavano importanti risorse a locali e botteghe limitrofe, ora decidono di studiare in un altra città.
Beatrice Verzè continua: «Essere nella propria città e sentirsi estranei più qui che altrove, è deprimente. Il diritto allo studio che viene parzialmente garantito è l’immagine di una politica che continua a perdere di vista le priorità per la ripresa della città e del Paese: giovani e istruzione. In Circoscrizione abbiamo presentato con i colleghi del Partito Democratico una mozione che chiedeva proprio di aprire un dialogo con l’Università, ma nulla si è ancora mosso. Continueremo dunque come Movimento Traguardi a chiedere all’Amministrazione uno sforzo in più, perché in gioco c’è il futuro delle nuove generazioni».