Da sempre ambisce a “costruire” la classe dirigente di questa città ed i suoi allievi hanno guidato, in qualche caso stanno ancora guidando, i palazzi chiave dell’economia e della politica cittadina. L’hanno fatto da destra e da sinistra, indifferentemente. E siccome questi palazzi non stanno proprio nelle migliori condizioni, a prescindere dagli effetti della pandemia, vien da pensare che non tutto di quanto insegnato è stato poi correttamente applicato. Ma questa è un’opinione e come tale va presa. Resta però il fatto che il programma di quest’anno della Scuola di Formazione all’Impegno Sociale e Politico (Sfisp) diretta da don Renzo Beghini – espressione della Diocesi di Verona, promossa dalla Fondazione G. Toniolo e dall’ufficio di Pastorale Sociale – è davvero un buon programma e offre molti spunti interessanti per quanti vorranno frequentarla.
Ventidue incontri, da ottobre a metà maggio, con un investimento davvero minimo in termini economici, per acquisire non soltanto dimestichezza con le regole della politica, e i suoi usi, ma anche per crearsi un taccuino ricco di numeri di telefono e di riferimenti utili per una carriera futura nella macchina della città. In quale altro contesto, infatti, uno studente può ritrovarsi come speaker Alberto Minali, ovvero il manager che ha fatto saltare il banco in Cattolica per ritrovarsi poi consulente del Papa (in questi giorni non facili per le finanze vaticane, fra l’altro)? Oppure, mettere a confronto le voci degli ultimi tre sindaci della città (Zanotto, Tosi e Sboarina) e farsi un’idea di prima mano delle ragioni e dei torti di ciascuno di loro? E ancora, dove parlare di scenari globali in una città che è racchiusa da decenni in sé stessa con una scarsissima proiezione esterna tanto da assomigliare alla Spagna franchista? Magari provando ad analizzare il perché Verona è passata da polo alternativo a Milano a succursale persino di Venezia in un amen, senza nemmeno porsi il problema…
Chi poi punta ad una carriera in politica troverà utile capire cosa resta dei partiti così come li abbiamo conosciuti nel passato, come si fa comunicazione pubblica oggi e come vedono la città tre giovani leader politici come Tommaso Ferrari (Traguardi, la sinistra bene di Verona), Marco Zandomeneghi (di VeronaDomani, area centrista) e Nicolò Zavarise (enfant prodige della Lega scaligera). A fine corso, sarà Paolo Feltrin (politologo e mago dei numeri elettorali a Nordest) a delineare lo scenario elettorale sino al 2023 (ovvero Comunali e Politiche) chiudendo così un cerchio ideale che inizia col “soccorso dei cattolici al Paese” tema della lezione di Ernesto Preziosi, dell’Università Cattolica di Milano.
Si inizia venerdì 23 ottobre con Carlo Nordio che parlerà di giustizia, alla Sala convegni della Fondazione Toniolo, in via del Seminario. Insomma, tanta roba per studenti che hanno l’ambizione di guidare (pardon, servire) la città nel prossimo futuro.