I Servizi sociali del Comune sono pronti ad accogliere il bambino di quattro mesi abbandonato nelle notte fra mercoledì e giovedì alle Golosine (nella foto Tiscali.it la pattuglia del 113 che è intervenuta nella notte salvando il piccolo) e ora ricoverato all’ospedale di Borgo Trento per gli accertamenti. Adesso è l’Autorità giudiziaria titolare della decisione, fra le opzioni l’affidamento ai Servizi sociali del Comune oppure l’avvio del percorso di adozione. Nel primo caso, il Comune inserirà il neonato in una comunità di tipo familiare, dove vengono accolti bambini con meno di otto anni in piccolissimi gruppi.
Mentre sono in corso le indagini da parte degli inquirenti per risalire all’identità del neonato e dei genitori, è tutto pronto per l’eventuale accoglienza del bimbo quando verrà dimesso dall’ospedale della Donna e del Bambino, dato che le sue condizioni di salute sono state giudicate buone.
Spiega l’assessore ai Servizi sociali, Daniela Maellare: «Noi siamo pronti ad accogliere il piccolo qualora il Tribunale decida in tal senso – ha detto l’assessore -. Il bimbo sarebbe affidato alle cure di una comunità di tipo familiare, una struttura gestita da noi e dedicata in modo specifico all’accoglienza di bambini piccoli. Questo episodio è abbastanza particolare perché non è frequente l’abbandono di un bimbo così grande – aggiunge l’assessore -. E’ vero che il piccolo ha solo quattro mesi, ma in genere l’abbandono avviene nei primi giorni di vita per motivi diversi ma quasi sempre legati a situazioni di forte disagio della madre. Non spetta a noi giudicare, noi vogliamo solo aiutare. Sono molte le possibilità attive per le donne che possono trovarsi in situazioni tanto difficili da arrivare a compire gesti così drammatici. Sono importanti le buone notizie sulla salute del bambino ma è altrettanto commovente il grande cuore dei veronesi che, come tutti noi, scossi da questo episodio ci stanno scrivendo e telefonando disposti ad accogliere il piccolo».
Nei casi di grave ed emergenziale difficoltà di gestione di un minore, sono molti i servizi comunali a cui le mamme possono rivolgersi con la garanzia del totale anonimato. Infatti, come pubblica autorità in tema di minori in difficoltà (ai sensi dell’art 403 del Codice civile), il Comune prende in carico il bambino e provvede alla sua protezione.
Nel caso invece di temporanee criticità genitoriali ci sono varie soluzioni: l’attivazione di un progetto di affido a tempo pieno temporaneo, in attesa che il genitore riacquisti le capacità di accudire il proprio figlio; l’inserimento in una struttura mamma-bambino gestita direttamente dal Comune; l’assistenza dei Servizi dislocati nei quattro Centri sul territorio dove trovare ascolto e il supporto di operatori dedicati (principalmente assistenti sociali che si avvalgono di psicologi ed educatori) per superare tali difficoltà. Tra questi il percorso di aiuto ‘Una famiglia per una famiglia’, che prevede l’affiancamento di un nucleo familiare a chi è in difficoltà. Tra i servizi che il Comune di Verona ed i Servizi socio-sanitari dell’ULSS 9 Scaligera mettono a disposizione delle famiglie che hanno un minore ci sono poi i Consultori Familiari, che offrono sostegno e cura, consulenza e presa in carico ostetrico-ginecologica, sociale e psicologica e educativa nell’ambito della maternità e della genitorialità; consulenza e presa in carico sociale, consulenza psicologica e psicoterapia delle relazioni familiari difficili, dei problemi di coppia, delle difficoltà affettive; continuità assistenziale ospedale-territorio per le maternità garantendo l’assistenza per il conseguimento degli obiettivi previsti dai Progetti OMS Baby Friendly Hospital e Baby Friendly Community, con particolare attenzione alle situazioni di fragilità materna.
Il Consultorio Familiare, in caso di fragilità, offre anche l’home visiting da parte di personale sanitario ( in particolar modo l’ostetrica) per dare supporto alla diade mamma- bambino Collabora in stretta sinergia con il Comune anche il Centro Diocesano Aiuto Vita, con attività a sostegno delle persone più fragili e bisognose, tra cui mamme che hanno bisogno di alloggio o di qualsiasi forma di aiuto. Inoltre, va ricordato che la legge prevede anche la possibilità del parto in anonimato, per le donne che partoriscono in ospedale o in strutture adeguate ma non vogliono o non possono tenere il figlio. Sarà poi l’Autorità giudiziaria a stabilire il percorso di accoglienza per il piccolo.