Da gennaio ad agosto l’Italia ha perso 29,8 miliardi€ di entrate tributarie: un calo dell’8% rispetto al 2019 legato alla pandemia ed al blocco dell’economia che ha diminuito notevolmente gli incassi dell’IVA passati da 288 a 271 miliardi, 17 miliardi che significano almeno 80 miliardi di PIL scomparsi all’appello. Un valore analogo lo ha registrato anche la Francia (e sarà interessante capire il costo finale di Parigi che adesso è in lockdown parziale) 29,4 miliardi € mentre meglio di noi ha fatto la Spagna, che passa da 187 miliardi di incassi fiscali a 166, perdendone 21,7 di nominale, ma facendo peggio di noi in proporzione, oltre l’11%. Il motore dell’economia europea, la Germania, perde in termini assoluti molto più di tutti, scendendo dai 626 miliardi dei primi otto mesi del 2019 ai 578 incassati alla fine dello scorso agosto: in cassa sono 48 miliardi in meno per Angela Merkel, con una contrazione del 7,6%. Italia e Germania viaggiano su livelli analoghi di contrazione e gli Italiani, udite udite, sono i secondi pagatori dell’Unione europea: alle spalle dei contribuenti tedeschi che versano appunto 578 miliardi ci siamo noi con 342 mentre i Francesi si fermano a 226 e gli Spagnoli a 166. Le quattro economie forti d’Europa stanno tutte qui, il Regno Unito – che doveva correre grazie alla Brexit – registra un buco nelle casse della Regina – di 54 miliardi € passando da 490 a 436 miliardi di incassi fiscali ad agosto. Dei 54 miliardi ben 41 sono di IVA, a testimonianza che il blocco del commercio è davvero grave.
I dati sono stati appena rilasciati dal MEF, il ministero dell’Economia; a questi si aggiungono altri indicatori della situazione attuale della nostra economia. Diciamo subito il migliore così ci facciamo coraggio: in Italia la produzione industriale è calata dello 0,3% nel periodo gennaio-agosto. Un dato fantastico se rapportato col meno 11,3% della Germania, il meno 7 di Francia, il meno 6 circa di Spagna e Regno Unito. Certamente i primi mesi dell’anno viaggiavano a tutto motore, ma qualcosa dopo il lockdown nelle nostre fabbriche è ripartito forte.
I dati negativi: la disoccupazione da noi è al 10,3% (il terziario è fermo) e soltanto la Spagna fa peggio di noi; siamo in deflazione e i consumi sono calati del 19,3%, peggio della Germania (che si ferma al meno 11%) ma molto meglio di Spagna e Regno Unito dove il crollo è del 25%. Parigi sta un po’ meglio di noi, ad agosto coi bistrot pieni, oggi è tutto ancora da dimostrare. I conti veri li faremo tutti a dicembre sperando che gli Europei , nell’ordine, spendano le tredicesime, bevano e mangino tanto e facciano figli. A gennaio saranno più poveri, ma forse più felici….