(di Carlo Rossi) Molte sono ancora le suggestioni che la Valpolicella, la Valle delle molte cantine, riesce ad esprimere. Novità che arrivano da una interessante pattuglia di giovani produttori che merita di essere oggetto di attenta visita. E quale periodo migliore che questo autunno inoltrato per una gita alla scoperta di uno dei centri tradizionali della Doc, il paese di Fumane, per apprezzare il connubio vino e cultura ed apprezzarne l’interpretazione fornita dai giovani eredi di una millenaria tradizione.
Paolo Creazzi si è “preso”, mi racconta, l’onere di portare avanti il nome di Ca’ dei Maghi. Famiglia che gestisce anche un apprezzato ristorante poco distante dal centro del Paese. Oggi Paolo ha trentuno anni e mi racconta la sua visione su Amarone e Recioto. L’Azienda Agricola Cà Dei Maghi è una piccola realtà nel cuore della Valpolicella, immersa nei vigneti, tra dolci colline, a pochi passi dal centro di Fumane. “Fondata nel 1846, io l’ho presa in mano nel 2009. La diversità, è ciò che cerco in un vino e ho avuto la fortuna di trovare vigneti fin da subito produttivi, così vicini ma così diversi. Le molteplici varietà di uve mi hanno permesso di poter dare una precisa identità ai Classici della Valpolicella e, con gli I.G.T., di poter sperimentare ogni anno qualcosa di nuovo, alla ricerca di quella sfumatura nuova in grado di distinguersi. Ogni scelta è pensata e implica un’attenzione assoluta ai dettagli: per noi non esistono scorciatoie”.
Nella degustazione partiamo dal vino piu’ difficile, il Recioto, nella sua annata 2011, alla seconda in bottiglia. Atteso alla riconferma e, se possibile, al miglioramento dopo l’ottimo esordio del 2010. Il concept di Paolo è tradizione pur nella modernità della beva. Anzitutto in campagna, coltivata secondo i ritmi dei nonni, e quindi pergola e uve classiche, corvina, rondinella e molinara sulle classiche tradizionali marogne. Successivamente, dopo la vendemmia manuale, i bei grappoli interi vengono delicatamente deposti in fruttaio, dove, per l’annata 2011, sono rimasti sino a febbraio. Un fruttaio che dispone solo di ventole per il movimento dell’aria,senza governo della tecnologia computerizzata e quindi maggiormente bisognoso di attenzione per evitare ogni marciume.
Solo con la vendemmia 2010 il Recioto della Valpolicella, un vino antichissimo, è diventato DOCG. Una produzione di nicchia che piace ai consumatori e dà soddisfazione ai produttori.
Negli ultimi anni il paesaggio agricolo in Valpolicella ha subito evidenti cambiamenti: al recupero di molti vigneti abbandonati si sono sommati degli sbancamenti anche in alta collina, facendo posto alla vite dove prima c’era il bosco: alle volte rispettando l’ambiente, altre volte sfigurandolo. Nei nuovi vigneti si sta diffondendo l’allevamento a parete, tipo guyot, che facilita la meccanizzazione. Ecco perché la scelta di Ca’ dei Maghi per questo itinerario di aziende giovani e dinamiche, pronte ad accettare la sfida del terzo millennio e la sostenibilità nello sviluppo. Ecco che il recioto può tornare ad essere un grande vino per la denominazione, non modaiolo, così come testimoniato sin dall’epoca romana. Qui da Paolo invece vige la tradizione. L’età media delle viti è di 80 anni, allevate a pergola veronese, per le quali è sconosciuto, pensate, l’anno di impianto. Nel 2017 inizia i lavori per la nuova cantina terminati nel 2019. Sui 7 ettari in proprietà ha circa 300-350 hl di vino. Oggi produce 40.000 bottiglie, 2mila di queste di Recioto vendute in tutto il mondo.
Il Recioto di Ca’ dei Maghi è un vino corretto, espressione di un’annata cinque stelle quale il 2011, equilibrato, con 100 grammi zucchero e uno sviluppo di 14,5 gradi alcool. Viene da terreni calcarei e vulcanici di Sant’Urbano, bellissima collina nel comune di Fumane dove la vite sembra trovare la sua naturale collocazione. Uno dei territori più vocati di tutta la denominazione in virtù dei paleosuoli che nascono da una colata eocenica. Principalmente il taglio è classico. Questo Recioto Della Valpolicella Classico Docg 2011 ha ancora un bel potenziale di maturazione. Alla beva appare ancora fresco, nonostante gli anni di affinamento. Dopo un appassimento per sei mesi, sta a riposare in piccole botti per sei anni. Per me uno dei più significativi Recioto della Valpolicella Docg. Ecco dunque dopo un necessario periodo di attesa in bicchiere sprigionarsi tutti i sentori: dai piccoli fiori di montagna al pizzicore caratteristico di menta, balsamico, e molto altro. Ciliegia sotto spirito e prugne americane, ma anche fichi viola e castagna. Finale pulente di pietra focaia.