La redazione dell’Adige, perfidamente, avrebbe di che gioire: non aver messo Emilio Salgari nel megapiano per Verona capitale della cultura è una ulteriore vittoria postuma. In effetti, il mozzo ha scassato anche troppo i gabasisi e ben fece il nostro Giuseppe Biasioli a ricorrere – nonostante la salute cagionevole – alle lame per riportare il micio di Mompracem alla ragione (qui la storia completa). Ciò detto, il megadossier della candidatura l’hanno visto in pochi e tutti spergiurano che era obbligatoriamente collegato al titolo di questa edizione, ovvero “Innovazione e inclusione” cioè una pippa pazzesca, l’ideale per una amministrazione buonista con capanno a Capalbio …far l’elenco delle glorie patrie non era richiesto e non avrebbe aggiunto nulla di più.

Quindi, se ne facciano una ragione Emilio Salgari e con lui tutti gli illustri “apparentemente” dimenticati… Ma, come fecero poi Giuseppe Biasioli ed Emilio Salgari, divenuti da acerrimi nemici a colleghi e amici, forse sarebbe il caso di prendere il buono che c’è nel programma capitale cassato da Franceschini per programmare un 2021 che crei quel percorso museale di altissimo profilo che Verona ha e può sviluppare.