Primo punto: l’Autostrada del Brennero verrà messa a gara e non ci sarà la soluzione in-house. Una gara europea – che nessuna autostrada tedesca ha mai fatto, tanto per essere chiari – che potrebbe portare ad un nuovo concessionario senza più la presenza degli storici soci pubblici. Secondo punto: gli azionisti privati (hanno soltanto il 14,1575% del capitale) ora chiederanno di veder ridistribuito anche il fondo ferrovia, un tesoretto di oltre 700 milioni€ che la A22 deve, a questo punto dovrebbe, versare allo Stato quale sua partecipazione alla nuova galleria del Brennero che rivoluzionerà e moltiplicherà le potenzialità di questa tratta. Questo in virtù dello stralcio della soluzione che il Governo aveva inserito nella Legge di Bilancio 2021 favorevole al rinnovo della concessione “in house” per la tratta autostradale Modena-Brennero è stata stralciata alla Camera dei Deputati.
A denunciarlo Vincenzo D’Arienzo, capogruppo PD in Commissione Infrastrutture: «Sembrava fatta. Invece, siamo passati ad un punto di non ritorno. Dopo mesi e mesi di confronto acceso tra le due soluzioni in campo, ovvero il rinnovo “in house” dopo la liquidazione dei privati che detengono quote di capitale della società o la proroga di altri 10 anni della scadenza della concessione avvenuta il 30 aprile 2014, la chiarezza era arrivata dall’Europa: la proroga darebbe luogo ad un affidamento senza gara incompatibile con la normativa UE in materia di appalti pubblici e concessioni e, inoltre, un siffatto affidamento senza gara sarebbe incompatibile con le norme UE in materia di aiuti di stato. Per questa ragione il Governo aveva accelerato il rinnovo “in house” attraverso una norma inserita nella legge di Bilancio da approvare entro la fine di dicembre.
La proposta – articolo 130 composto di due commi – consentiva anche di superare i diktat dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e della Corte dei Conti che, insieme, avevano chiesto al Parlamento di avviare la gara europea per il rinnovo della concessione autostradale.
Ebbene, una parte di quella norma è stata stralciata perché dichiarata di natura regolamentare e non economica. Un errore grave, spero fatto in buona fede. Infatti, è stato stralciato solo il comma 2 dell’articolo, quello che prevedeva il meccanismo giuridico per la liquidazione dei privati. In realtà, quel comma era tutt’uno con il primo comma dell’articolo stesso che trattava la parte economica, ovvero il versamento alle casse dello Stato del fondo ferrovia che è strettamente legato alla concessione – aggiunge D’Arienzo -: il paradosso è che, adesso, anche il primo comma è inattuabile perché quel versamento doveva seguire al rinnovo della concessione che non sarà più possibile perché è stato stralciato il comma 2. Il risultato è esattamente identico allo stralcio del mio emendamento al decreto Agosto per mano della Presidente della Camera, Casellati. A pensar male…
Ma, prosegue il capogruppo PD, «Se non si possono liquidare i privati, condizione essenziale per rinnovare la concessione “in house”, l’unica soluzione che resta è la gara europea. Non solo ci vorranno almeno tre anni, ma è anche probabile che la concessione passi di mano ad un russo o a un cinese, per esempio. Quindi, visto che sono già passati oltre sei anni dalla scadenza, ne serviranno altri tre per la gara europea ed in più potrebbe esserci un possibile nuovo concessionario, possiamo dire che i tanti milioni di euro di investimenti previsti per nuove opere sul nostro territorio rischiamo di scordarceli».
Con buona pace di chi ci ha condotti in questa situazione assurda, conclude il Senatore PD. Fra i quali, sottolinea, il sindaco ed il presidente della Provincia di Verona che oggi esultano per una vittoria che affossa Verona…