Il Consiglio regionale del Veneto ha definitivamente archiviato il progetto di fusione dei due comuni di Isola Rizza e di San Pietro in Morubio in Provincia di Verona. Prendendo atto degli esiti negativi del referendum popolare consultivo svoltosi il 25 ottobre scorso, l’aula di palazzo Ferro Fini ha votato ‘il non passaggio agli articoli’ della proposta di legge n. 499 presentata dalla Giunta nel marzo scorso, su istanza dei due consigli comunali: un passaggio ‘tecnico’ che mette la parola fine all’idea di costituire il comune unico di Borgo Veronese sulla destra Adige.

La presa d’atto dello stop all’idea aggregativa, illustrata in aula dal veronese Enrico Corsi (Lega), ha innescato in aula un dibattito sul futuro dei processi di fusione e sulla necessità di promuovere e incentivare scelte aggregative da parte delle amministrazioni e delle popolazioni locali, ricorrendo anche ad ulteriori iniziative istituzionali . Sono intervenuti in particolare Elisa Venturini (Forza Italia), Giacomo Possamai (Pd), Silvia Rizzotto (Lista Zaia), Nicola Finco (Lega) e il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti.

“L’ennesima bocciatura di una fusione tra Comuni chiama in causa la Regione: dimostri con i fatti di credere in questo strumento e non abdichi al proprio ruolo di istituzione che disegna il territorio”. A dirlo è il consigliere regionale Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Ferro Fini, commentando la mancata istituzione del Comune di Borgo Veronese, ratificata dal Consiglio regionale che aggiunge: “Una brutta notizia, ma è la conferma che le fusioni sono in difficoltà da almeno due anni. Per questo è indispensabile fare un ragionamento generale su come proseguire”.

“Oggi più che mai, infatti, vediamo quali sono le sofferenze dei piccoli Comuni. Dobbiamo capire se la strada giusta per aiutarli, è quella delle fusioni o della aggregazione di funzioni. In ogni caso occorre crederci davvero e capire come supportare questi processi, sia dal punto di vista economico che legislativo. Ma lo diciamo con chiarezza – puntualizza il consigliere – per noi le fusioni restano lo strumento giusto e su cui fare un vero investimento. È difficile spiegare i vantaggi, superiori alle ‘rinunce’, alla popolazione, se i prima ad avere i dubbi sono gli amministratori locali. La Regione avvii una campagna di sensibilizzazione con sindaci e consigli comunali e dialoghi con loro, l’argomento i questione non ha colore politico”.

“È impensabile che ci siano Comuni con l’Ufficio Anagrafe aperto due ore a settimana o che la stessa persona faccia sia il geometra sia l’autista del pulmino scolastico. Mettiamo i Comuni nelle condizioni di essere all’altezza delle sfide e della complessità burocratica odierna: la Regione non può tirarsi indietro”, conclude Giacomo Possamai.