(di Marco Danieli) Il Veneto è arrivato a fare 3.753.224 tamponi su 5 milioni di abitanti. “Siamo arrivati a farne circa 60 mila al giorno” ha detto il Presidente con una certa soddisfazione per il funzionamento della macchina sanitaria regionale. Ieri sono stati scoperti 2000 positivi in più; i ricoverati in ospedale nei reparti Covid sono cresciuti di 26 unità; quelli in terapia intensiva sono aumentati di 8 unità. Nelle ultime 24 ora ci sono stati 34 morti.

In attesa del DPCM del 3 dicembre oggi ci sarà una riunione fra i governatori e Conte dalla quale si cercherà di dedurre quali saranno i principi fondamentali del nuovo decreto. Zaia ha ribadito come le norme mirate a eliminare gli assembramenti siano il fulcro della lotta al virus e “nessuno potrà dire che in Veneto non si sia messa la salute al primo posto!” ha esclamato, ricordando come si sia riusciti a coniugare salute ed economia  rimanendo in zona gialla. “Ma– ha continuato- siamo ancora sotto valutazione ed è il parametro RT quello che pesa di più” riferendosi al fatto che esso dipende soprattutto dai contagi derivanti dagli assembramenti.

Zaia s’è anche concentrato sulla mortalità da Covid, che continua ad essere oggetto di polemiche da parte dei negazionisti. Un primo dato oggettivo estrapolato da uno studio demografico della regione Veneto è che nel mese di Novembre il tasso di mortalità è aumentato dell’1% rispetto al 2019. Si attende lo studio sui primi tre mesi dell’anno, quando la mortalità è stata più alta, dopo che saranno soppesate tutte le cause di morte durante il lock-down, quando, ad esempio, non ve ne sono state né per incidenti stradali né sul lavoro.

Verona rimane una delle zone più critiche per la pressione sugli ospedali, tanto che davanti al Mater Salutis di Legnago domani verrà allestito un ospedale militare da campo dall’Aeronautica Militare di Villafranca (nella foto la struttura avviata dall’AMI a Cremona) per sollevare la struttura dal super-affollamento.

Oggi Zaia ha aperto la conferenza stampa quotidiana con il ricordo di Remo Sernagiotto, trevigiano  come lui, già assessore regionale e deputato europeo, morto ieri a causa di un arresto cardiaco avvenuto mercoledì scorso.