Era cominciata bene per il Chievo, ma è finita male. Un’altra sconfitta per la squadra di Aglietti e per di più con un’altra concorrente per la promozione. Tre a due per i padroni di casa che nel primo tempo avevano subito il dominio dei veronesi che segnavano con Canotto dopo una decina di minuti dall’inizio, alla fine di una sgroppata sulla fascia destra e alla mezz’ora con un gol del solito Garritano con un tiro a parabola dal limite dell’area piccola. In tutto il primo tempo di marca clivense il Frosinone fa un solo tiro in porta, con Ciano, ma è gol: due a uno. Al 7° del secondo tempo c’è il gol del pareggio dei ciociari con Novakovich che trova la difesa veronese imbambolata e segna. Al 78° si ripete e sigla il gol della vittoria. Il calo di morale dopo il pareggio e soprattutto dopo aver subito il terzo gol hanno cambiato volto alla squadra che non è più riuscita a riprendere in mano una partita che poteva essere vinta con una gestione più attenta. Troppe volte, perfino quando la squadra è all’attacco nella metà campo avversaria, la palla viene passata al portiere. Segno che manca una regia.
Le assenze di Obi, Renzetti, Fabbro e di Semper non possono esser una giustificazione per troppi errori, soprattutto difesa. Ma è la sterilità dell’attacco il problema del Chievo che costruisce azioni su azioni che poi non vengono finalizzate. Djordjevic sarà anche generoso, ma non segna. Sterile Margiotta, sostituito da un De Luca che non s’è visto. L’entrata di Giaccherini, l’unico di categoria superiore, non può fare miracoli. E anche l’orribile maglia azzurra e granata, sfoggiata anche in quest’occasione in tutta la sua bruttezza, evidentemente porta sfiga.