Il mercato di piazza Erbe rimane aperto tutti i fine settimana di dicembre. Una deroga che consentirà l’attività anche al sabato e domenica e 12, 13, 19, 20, 26 e 27. Gli ambulanti che non vogliono stare aperti possono lasciare i banchi chiusi. L’intento dell’assessore al Commercio Zavarise è sicuramente buono: andare incontro ai commercianti. Anche a quelli di piazza Erbe. Ma piazza Erbe è un’altra cosa. Non può essere trattata come le sedi di altri mercati. Un conto è avere i banchetti allo stadio, un altro averli sul toloneo di una delle più belle piazze d’Italia. E poi c’è un discorso di merceologia. Che cosa vendono in piazza Erbe? Per la gran parte cianfrusaglie. Paccottiglia per turisti che non ci sono. Roba che con la tradizione veronese non c’entra niente, che stride con la bellezza circostante, che offende il buongusto. Ci sono due, tre o forse quattro banchetti compatibili con la tradizione. Ma per questi una soluzione Zavarise, che è bravo, la può trovare. D’altra parte le licenze sono per il commercio ambulante, che significa girare, muoversi, andare di qua e di là. Nessun diritto alla staticità.
Che senso ha tenere piazza delle Erbe così? A che cosa serve lasciare lì i banchetti quando sono chiusi, orribili cassoni per di più transennati a vietare il passaggio? Non s’era detto che la domenica dovevano sgombrare, essere ricoverati altrove? Per questo sono muniti di ruote! Tutte domande che si pone un veronese che passa per il cuore di Verona e gli è impedito di godersi la prospettiva di una delle piazze più belle trasformata in un “deposito di cassoni”. Piazza Erbe va liberata definitivamente dai banchetti e restituita nella sua totalità ai veronesi.