Bocche ufficialmente cucite dopo l’assemblea dei soci del Catullo, ma si andrebbe verso una riscrittura dei patti parasociali fra gli azionisti con più di un malumore espresso dai soci veronesi verso il partner tecnico Save (41,8% del capitale dello scalo scaligero) dopo l’annuncio che Ryanair investirà 200 milioni di dollari sullo scalo “Canova” di Treviso (controllato al 100% da Save) nel 2021 che diventerà il suo hub veneto. Ma se a Treviso arriveranno in totale 18 nuove rotte con oltre 20 paesi collegati ed una ricaduta occupazionale di 60 nuovi posti di lavoro diretti ed oltre 2mila di indiretti, a Verona arriveranno solo 9 rotte (5 nazionali / 4 internazionali) con l’aumento delle frequenze su 2 rotte, comprese Birmingham (fino a 2 per settimana) e Cagliari (fino a 4 per settimana). Un po’ poco per calmare i malumori della piazza e per sostenere la ripresa economica del territorio.
Ad ogni modo, da gennaio a settembre, a causa della pandemia, l’aeroporto Catullo di Verona ha gestito 920.630 passeggeri, con una flessione del 69,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro una media nazionale in flessione del 70%. Il dato è emerso nel corso dell’Assemblea dei soci che hanno convenuto che il contesto di crisi rende necessario valutare nel breve termine gli interventi più adeguati per permettere allo scalo di continuare nel processo di crescita registrato negli ultimi anni ed essere protagonista nel mercato del trasporto aereo. Il 2019 si era chiuso con 3,6 milioni di passeggeri, in crescita sul 2018 del 5,2%.
Nel 2020, solo gennaio e febbraio hanno registrato un traffico regolare ed in linea con il budget di crescita previsto, a cui, con il manifestarsi del Covid-19, è seguito un brusco arresto che ha portato alla chiusura dello scalo dal 13 marzo al 15 giugno. I mesi estivi sono stati caratterizzati da un leggero miglioramento del traffico, favorito dai voli domestici che hanno rappresentato il 76% del totale (nel 2019 il segmento domestico corrispondeva al 36%). Le conseguenze sul bilancio a nove mesi per la parte riferita all’aeroporto di Verona sono di un EBITDA in negativo di 2,3 milioni di euro, con una riduzione di 15,3 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nei primi 9 mesi dell’anno, l’aeroporto di Brescia ha movimentato 26.240 tonnellate di merce, in crescita del 33%, a fronte di una media nazionale in flessione del – 26,8%.