(di Giovanni Serpelloni) Ancora oggi nel pieno dell’epidemia si prospetta la riapertura delle scuole. Dopo le numerose segnalazioni (riportate da noi anche precedentemente) e le evidenze scientifiche provenienti da tutto il mondo che confermano purtroppo l’impossibilità di mettere in reale sicurezza le scuole (così come ad oggi conformate) e di conseguenza gli studenti, gli insegnanti e le loro famiglie, arriva dall’Inghilterra una ulteriore ed importante informazione sulla più alta trasmissibilità del virus. Questa variante purtroppo andrebbe ad interessare maggiormente le fasce giovanili.
Gli scienziati hanno detto che la nuova variante del coronavirus che si sta diffondendo rapidamente in Gran Bretagna, presenta mutazioni che potrebbero rendere i bambini più suscettibili di contrarre l’infezione dagli adulti, a differenza dei ceppi precedenti. (Reuters UK 21.12.2020). Gli scienziati del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (NERVTAG) del governo inglese che stanno monitorando la variante hanno affermato che è diventata rapidamente il ceppo dominante nel sud della Gran Bretagna e che presto potrebbe fare lo stesso in tutto il paese. Lo afferma Peter Horby, professore di malattie infettive emergenti all’Università di Oxford e presidente di NERVTAG. “C’è anche un indizio che ha una maggiore propensione ad infettare i bambini”, ha detto Neil Ferguson, professore ed epidemiologo di malattie infettive presso l’Imperial College di Londra e anche un membro del NERVTAG. L’emergere della variante mutata della SARS-CoV-2, che secondo gli scienziati è fino al 70% più trasmissibile rispetto ai ceppi precedenti nel Regno Unito, ha spinto alcuni paesi a chiudere i loro confini con la Gran Bretagna e ha spinto ampie aree del paese a severe restrizioni su il periodo natalizio.
Wendy Barclay, un’altra professoressa NERVTAG e specialista in virologia all’Imperial, ha detto che tra le mutazioni nella nuova variante ci sono cambiamenti nel modo in cui entra nelle cellule umane, il che può significare “che i bambini sono, forse, ugualmente suscettibili a questo virus come gli adulti”. “Pertanto, dati i loro schemi di mixing , ti aspetteresti di vedere più bambini infettati”, ha detto Barclay.
In Veneto e in particolare a Verona una possibile soluzione, dato il contesto odierno, per tutelare la salute e la vita di molte persone sarebbe quella di mantenere chiuse le scuole per l’accesso di massa degli studenti e affrontare un piano di sostegno per le famiglie specifico anche per la gestione dei figli mentre i genitori sono al lavoro. Una possibile soluzione oltre la formazione a distanza è l’istituzione e l’attivazione di piccole scuole decentrate di quartiere gestite da pochi insegnanti dislocati sul territorio e integrate, per il resto degli insegnamenti, con la FAD. Questo eviterebbe i grandi assembramenti quotidiani, l’affollamento dei mezzi pubblici di trasporto e se si attivasse un focolaio di contenerlo e controllarlo meglio visto lo scarso numeri di soggetti interessati.
In altre parole mandiamo gli insegnanti sul territorio a gestire piccole unità -scolastiche decentrate collegate per i contenuti didattici con la scuola centrale via internet e trasformiamo le scuole centrarli in unità di coordinamento ed erogazione FAD. Gli spazi, essendo di piccole dimensioni, potrebbero essere facilmente reperiti presso i Comuni, le parrocchie, le associazioni, i musei, i teatri ed i cinema, palestre attualmente chiuse e privati cittadini. Un progetto da valutare: piccole unità scolastiche territoriali in rete ed insegnanti/tutor itineranti a gestirle. Se la montagna non va da Maometto potrebbe essere Maometto ad andare dalla montagna?.