(di Carlo Rossi) Torna a sorprendere Jako Wines. Stavolta dopo il rosso Siresol, lo fa con un metodo classico d’Oltrepò pavese. Un pinot nero in purezza che entra da protagonista nella “collezione” realizzata da Severino Barzan, già titolare della Bottega del Vino e uno dei più profondi conoscitori al mondo di Champagne.  Tributo 2016 è il metodo classico che va ad arricchire la gamma di vini d’élite di Jako Wines, società capitanata dal ticket Luca Berti e Michele Cerradini rispettivamente Ceo e Responsabile vendite di JW (Jako Wines) srl basata a Verona e che esporta in tutto il mondo.  Un altro step nel percorso di sviluppo della società.

“Passione e amore: ecco i semi per dar vita ad una grande famiglia di vini. Da un vino gustato esclusivamente tra amici a un prodotto condiviso con i migliori intenditori in Italia e all’estero. Lo dovevamo ad un alfiere del made in Italy del calibro di Severino Barzan, nostro consulente. Un tributo all’unico italiano ad aver vestito la prima pagina della Revue du vin du France” dice Luca Berti, che aggiunge “Il progetto Jako Wine vede la luce nel 2015, dalla produzione di uno spumante metodo classico, condiviso agli inizi esclusivamente per gli amici: poche bottiglie degustate in compagnia durante le occasioni di incontro e di festa. A quel tempo non avevamo ancora il progetto di vendere un prodotto così prezioso e vicino al nostro cuore. Ma eravamo già orgogliosi di tutti i profumi e le sfumature che eravamo riusciti a racchiudere in ogni calice. Forti delle nostre convinzioni e dell’apprezzamento costante da parte dei fruitori, ci siamo decisi a condividere finalmente il nostro ottimo vino. Ecco la decisione di venderlo aprendoci al mercato. Senza dimenticare il pensiero di partenza: fare vini per gli amici e per chiunque sappia apprezzare la nostra filosofia.”

Severino Barzan diventa protagonista della vita enologica francese, raccogliendo, nel 1998 il plauso dei critici francesi sulla sua enorme conoscenza degli champagne. Severino oggi è diventato un guru, alla pari di altri grandissimi personaggi del mondo del vino e dell’accoglienza del nostro Paese.  “Allora parlare di bollicine significava esclusivamente grandi champagne d’Oltralpe, come Bollinger o Krug” mi dice Michele Cerradini.

E a quello stile guarda Tributo 2016. Un brut che viene da uve pinot nero di pochi ettari nella zona dell’Oltrepò Pavese, il miglior areale in Italia per questo vitigno. Le viti sono situate tra 100 e 250 metri s.l.m. su un terreno prevalentemente calcareo a tessitura di medio impasto.   Il vigneto adotta un sistema di allevamento a Guyot con resa per ettaro di massimo 80 quintali. Talvolta si interviene con potatura estiva. La densità d’impianto è di 3500/4000 piante per ettaro.

Tributo strizza l’occhio ai più classici degli Champagne. E’ un vino notevole fin dal suo ingresso nel bicchiere. Dopo il tiraggio, nel 2017, è stato sui lieviti per 36 mesi. Nella liquer d’expedition la mano della grande esperienza di Severino. Il colore è giallo chiaro, al naso, pera, mela, glicine, agrumi canditi. Perfetto l’equilibrio così come l’effervescenza. Colore giallo carico, ricco. Agrumi canditi e alchechengi, in bocca è sprintoso e in grande forma. Sontuoso con interessante attitudine all’invecchiamento. Pieno e saporito. Un vino capace di colorare grigie ed anonime giornate.  Millecinquecento esemplari di grande charme.