(di Marco Vantini) La lotta all’evasione in Italia è da sempre tema di stringente attualità e figura in cima alle priorità dei programmi di ogni Governo. Visti gli interventi che il legislatore ha sempre fatto negli ultimi anni, si ha però la sensazione che l’evasore sia sempre il piccolo imprenditore, l’artigiano ed il commerciante con il suo piccolo negozio: dall’introduzione di obblighi comunicativi e dichiarativi telematici sempre più frequenti, all’obbligo di pagamento imposte con F24 telematici, all’introduzione della fattura elettronica (primi in tutta Europa) e degli indicatori economici di affidabilità (ISA, che non sono altro che i vecchi Studi di Settore, a cui è stato solo cambiato nome), all’obbligo del Registratore di cassa Telematico. Ed ora con il 2021 spuntano anche il cashback di Stato e la lotteria degli scontrini, anche se l’avvio di quest’ultima continua ad essere prorogata (ad oggi, dovrebbe partire il 1° febbraio prossimo).
Sembra, invece, che dei grossi colossi aziendali e finanziari e delle multinazionali interessi poco al nostro Legislatore. O forse viene il dubbio che non voglia o non sia in grado di fare una seria lotta contro l’evasione e/o l’elusione da parte di queste big companies, per le quali sembra molto facile applicare la normativa fiscale internazionale a proprio piacimento e vantaggio: il nostro Legislatore, insomma, sembra forte con i deboli e debole con i forti.
Anche con gli ultimi strumenti introdotti, la lotta alla piccola evasione viene fatta a spese (è proprio il caso di dirlo) dei commercianti, imponendo loro nuovi adeguamenti dei software dei registratori di cassa con conseguenti relativi costi a loro carico, per lo più in questo periodo di drastico calo delle vendite e di aperture a singhiozzo a causa delle restrizioni da Covid-19. A poco vale il fatto che lo Stato riconosca un credito d’imposta a loro favore, che, comunque, non copre la totalità della spesa. Senza contare poi che un precedente adeguamento dei registratori di cassa (con relative spese a carico) si era reso necessario solo pochi mesi prima e che le commissioni bancarie a carico degli esercenti per l’utilizzo degli strumenti di pagamento POS non sembra accennino a diminuire.
Provando ad analizzare i nuovi strumenti, sembra abbastanza scontato che chi ha del “nero” da smaltire in contanti continuerà a farlo anche con l’introduzione del cashback e della lotteria degli scontrini. Allo stesso modo, chi prima era già abituato a pagare con carta di credito o bancomat, continuerà a farlo anche dopo o forse di più. Alcuni recenti studi hanno dimostrato che questi consumatori di norma sono quelli più abbienti e residenti nelle zone più ricche del Paese. Quanti saranno invece i consumatori che prima pagavano in contanti ed ora pagheranno utilizzando il cashback e la lotteria degli scontrini? Più saranno questi ultimi, maggiore sarà il successo dei due nuovi strumenti.
I dati di queste prime settimane di sperimentazione del cashback natalizio hanno mostrato una certa complessità e farraginosità della procedura di registrazione online, in un contesto economico di consumi in picchiata a causa di portafogli vuoti o della preferenza per il risparmio viste le incertezze sul futuro e le restrizioni Covid alle aperture degli esercizi commerciali.
Già altri Paesi nel recente passato hanno applicato questi strumenti e le poche evidenze empiriche hanno comunque dimostrato un trend di calo dell’evasione relativa all’Iva (VAT gap) ed il rafforzamento della volontà dei consumatori di richiedere fattura e scontrini, supportando la tesi della possibile efficacia di questi incentivi monetari.
L’Amministrazione finanziaria da tempo ormai utilizza in misura sempre maggiore gli strumenti informatici per la lotta all’evasione e le interazioni con i cittadini. Però immancabilmente ogni volta che in Italia si attiva una qualche piattaforma informatica di massa da parte della Pubblica Amministrazione, la stessa va in tilt per un certo periodo: è successo lo scorso 1° aprile con la richiesta del contributo Covid sul sito dell’Inps; è successo nuovamente il 3 novembre scorso con la richiesta del bonus mobilità sul portale del Ministero dell’Ambiente; ed è successo anche nelle ultime settimane per la registrazione sull’App IO dei dati delle carte di credito e bancomat per il cashback.
Dovremo attendere qualche mese per valutare l’effettivo impatto sulla riduzione del VAT gap, considerando anche quali saranno le effettive risorse messe a disposizione dal Legislatore. Sicuramente però l’aspirazione di molti Stati occidentali di diventare delle cashless society, al fine di rendere impossibile l’evasione e ridurre al minimo le attività illecite, si scontra con le funzioni essenziali che il contante svolge ancor oggi per l’inclusione sociale di larghe fasce della popolazione in condizioni di quasi indigenza o di grave difficoltà economica. Basti pensare a quanti individui vivono al margine della società con lavori saltuari ed occasionali, i quali difficilmente possono accedere alla rete bancaria e ad un conto su cui depositare i propri guadagni. E purtroppo la crisi economica in atto non potrà altro che far aumentare il numero di queste persone.