Ex Campone, Villa Pullé al Chievo, lo stabilimento Isap prima di Parona, la Croce Verde a Verona Est, la vecchia sede della Croce Rossa, la Domus Mercatorum, l’ex Banca Cattolica di Libero Cecchini… sono alcuni dei lotti interessati dalle 145 proposte di rigenerazione urbane arrivate in Comune come risposta alla variante 29: la superficie coinvolta è pari ad un milione di metri quadrati, un terzo delle aree disponibili. Gli interventi proposti sono diffusi su tutto il territorio comunale, ma per il sindaco «La Zai storica e la zona della Croce Bianca sono quelle più coinvolte che vedranno una vera rigenerazione». Dei progetti arrivati il 45% è destinato a servizi come impianti sportive, case di riposo, scuole. Il 16% è residenziale, mentre il 14% è riferito ad attività commerciali. Al terziario/direzionale è destinato il 13% del complesso degli interventi e soltanto l’8% al turistico/ricettivo settore che era finito nel mirino delle polemiche politiche nelle scorse settimane. Soltanto il 3% dei progetti presentati riguarda il settore produttivo e ancor meno sono i progetti legati al settore primario.
La presentazione delle manifestazioni d’interesse è scaduta il 30 dicembre e, in 4 giorni gli uffici comunali dell’Urbanistica hanno esaminato tutte le proposte pervenute. Quattro gli ambiti di azione della Variante 29. Il primo, appunto, è la riqualificazione delle aree di degrado urbano, per il quale sono arrivate 78 proposte. Le principali riguardano l’ex carcere Campone, dove troverebbero spazio negozi e uffici per il vicino Tribunale. Ma anche Villa Pullè, l’ex Couver, la sede della Croce Verde di via del Capitel, l’ex camera di commercio Domus Mercatorum, l’ex caserma Riva di Villasanta dell’Azienda Ospedaliera, l’ex banca Cattolica di Cecchini. Ma anche la storica fabbrica Isap nell’ansa dell’Adige, l’ex Sapel di Montorio, cartiere Fedrigoni, al Nassar l’area del Paqe, l’ex Galtarossa, una parte dell’ex Tieberghien, l’ex Croce Rossa Italiana, l’ex Bendazzoli in Borgo Venezia, l’ex centrale del latte. Così come molti capannoni dismessi che potrebbero diventare locali per eventi e pubblici spettacoli, edifici per spesa-drive in, spazi di coworking e startup, social housing, RSA, poli direzionali o scolastici, spazi per aree gioco e sport.
Il secondo ambito riguarda invece la riqualificazione ambientale con demolizioni integrali di opere incongrue o di elementi di degrado: 11 le proposte arrivate, quasi tutte per capannoni dismessi industriali o agricoli anche fuori dal contesto cittadino. Il terzo ambito permette il riuso temporaneo di immobili esistenti dismessi o inutilizzati: 3 le manifestazioni d’interesse pervenute, una per la galleria d’arte di Deiorio, un’altra per trasformare un capannone della Zai in birreria e palestra verticale, l’ultima per un lotto in zona produttiva alla Bassona. Infine 53 privati cittadini hanno sfruttato il quarto ambito per segnalazioni finalizzate alla mappatura di episodi, fenomeni e ambiti di degrado.
Anche i comitati cittadini hanno presentato delle manifestazioni, tra tutti il comitato fossi di Montorio per l’ex Sapel e per la chiesetta di Santa Maria della Rotonda e il comitato ‘Un parco per la città’ per una proposta sull’ex cava Speziala.
Sulla presentazione è intervenuto Michele Bertucco: «Stando alle premesse, la Variante 29 continuerà quanto già iniziato dalla Variante 23 e dal Piano degli Interventi di Tosi e Giacino, saturando di commerciale, residenziale e ricettivo la Zai storica e la terza Circoscrizione. Che altro possono chiedere Bmw, Vicentini e Migross? Stendiamo un velo pietoso sugli annunci relativi a Campone e Villa Pullé del cui recupero si parla da anni senza alcun risultato. In altri casi si tratta di proposte già presentate come: l’area del Nassar bloccata in passato, grazie anche alle nostre segnalazioni alla Soprintendenza, ultimo lembo di area agricola all’ingresso dell’Adige in città; l’ex Tiberghien già oggetto di modifiche in sede di approvazione della Variante 23 con la previsione di una grande superficie di vendita di 9.000 mq, ora dovrebbe trattarsi di un intervento di tipo residenziale sull’area dell’ex centrale elettrica; l’ex sede di Banca Cattolica in Corte Farina con una richiesta di trasformazione urbanistica in albergo di lusso, che si aggiungerebbe alle richieste già presentate nel Piano Folin e nel Palazzo Bottagisio in Via Leoni; l’ex Centrale del Latte di Verona, dal 2005 oggetto delle più variegate proposte edilizie (residenziale, commerciale, alberghiero), su una superficie di circa 10.000 mq.
In altri casi – prosegue Bertucco – si tratta di novità assolute come: l’area Isap sempre a ridosso del fiume Adige subito dopo Parona dove vi è una richiesta di trasformazione urbanistica da industriale a non meglio precisati nuovi utilizzi; l’ex sede della Croce Rossa a Porta Vescovo di 8.305 mq (vicino alla sede di Equitalia) oggetto di una recente aggiudicazione ad un’asta pubblica ad una società romana. Anche stavolta – conclude Bertucco – il Comune svolge la funzione di agenzia immobiliare per chi ha interessi economici da promuovere sul territorio».
Si tratta questa di una prima fase ricognitiva. L’iter per la nuova Variante 29 prevede ora il passaggio in Giunta, nelle Circoscrizioni comunali e in Commissione Terza, per approdare in Consiglio comunale entro l’estate. Dopo l’adozione della Variante scatterà il periodo per la presentazione delle osservazioni ed entro fine anno potrà essere approvata la versione definitiva. Questo potrebbe portare all’avvio dei primi cantieri già ad inizio 2022.