Come sarà il 2021 dell’economia veronese, quali saranno i settori che usciranno prima dalla crisi e quali i dossier più caldi per Verona? Tutto è legato all’impatto della prossima terza ondata, ma alcuni settori hanno già dimostrato nel periodo fra la prima e la seconda una capacità di reazione che fa ben sperare. Chi concorrerà alla ripresa?

Il primo indiziato è il comparto dell’edilizia e dell’immobiliare. L’unico coniglio estratto dal cilindro da don Peppino Conte è il bonus al 110% che consentirà di mettere mano a ristrutturazioni anche importanti a costo per i proprietari pari a zero. Dopo una prima fase di studio (come sempre il legislatore italiano è tutto fuorché chiaro) sono già operative diverse banche pronte a smobilizzare il bonus fiscale e alcune società di costruzione hanno già avviato delle strutture dedicate. In aggiunta al superbonus, a smuovere il mercato saranno anche i primi effetti della variante 29 – 145 i progetti presentati al Comune di Verona per un milione di metri quadrati di superficie –  che stanno già calamitando su Verona l’interesse di diversi investitori istituzionali e stanno rialzando valori e prezzi.

Il 2021 è anche l’anno della fine del doppio incubo Trump e Brexit. Anche se il neopresidente proseguirà nella politica dell’America first, il  comparto agroalimentare tira un gran sospiro di sollievo: non ci sono dazi all’orizzonte e per Verona questa è un’ottima notizia. Usa e Regno Unito continueranno ad importare i prodotti della nostra filiera che, soltanto per il vino, significa incassare 2,2 miliardi €. Questo avrà un effetto positivo anche sul versante delle esposizioni bancarie con una rivalutazione certa delle annate in invecchiamento portate a garanzia. Il comparto ha retto meglio del previsto nel 2020 e quindi il 2021 dovrebbe gonfiare i portafogli dei produttori agricoli e dei vignaioli.

Terzo settore in spolvero è quello delle società multi-servizi: in ballo non c’è soltanto il debutto di AGSM-Aim, ma tutto il comparto è in pieno fermento. Lupatotina Gas raddoppierà nel sud della nostra provincia; AGS punta ai finanziamenti del recovery fund per chiudere a ovest il nuovo collettore del Garda: nel frattempo ha un ricco piano di investimenti finanziato da bond emessi assieme a CDP ed al Consorzio Viveracqua e punta a crescere anche nella raccolta e nella gestione dei rifiuti nel suo bacino; Acque Veronesi è anch’essa impegnata in un massiccio piano di investimenti che hanno un effetto leva importantissimo per l’economia locale.

Quarta area in crescita, la logistica. La fine del lockdown produttivo farà ripartire i traffici e Verona resta un nodo privilegiato. In più c’è tutta la partita della nuova galleria del Brennero che porterà ad investimenti per adeguare le piattaforme intermodali – tanto pubbliche che private – nel Veronese.

Altro comparto in espansione sarà il credito cooperativo: il risiko bancario ha tolto i due tradizionali riferimenti locali (e viste le stangate subite negli ultimi dieci anni, forse è meglio così) riportando in auge le banche più vicine al cliente, quelle che non cambiano troppo spesso il direttore di sede e i cassieri così come non promuovono come “sicuri investimenti” diamanti, opere d’arte e derivati . Certamente vi è un’integrazione fra le BCC per arrivare a dimensioni più importanti, ma la cornice territoriale sarà la leva per la ripartenza.

Chi sarà invece nella parte meno brillante del 2021? Ci sono dei comparti che stanno pagando un prezzo assai importante alla crisi e che hanno beneficiato soltanto in piccola parte del rimbalzo estivo: carta e stampa; tessile/abbigliamento; mezzi di trasporto e metalmeccanica. Avranno senz’altro bisogno di un duraturo cambio di clima per tornare a crescere. Quest’anno sarà poi la prova del nove per VeronaFiere ancora alle prese coi padiglioni chiusi e l’aumento di capitale fermo; per l’Autostrada del Brennero che si vede costretta ad andare a gara per il rinnovo della sua concessione; per il commercio al dettaglio intrinsecamente collegato ad una ripresa del turismo; per il riassetto dell’aeroporto Catullo il cui destino sembra proiettato verso un mordi-e-fuggi che non amplierà il numero di turisti e businessmen in città, ma farà felice l’azionista di riferimento.

Sarà l’anno della verità, o per meglio dire dei saluti, per Banco BPM e Cattolica Assicurazioni: oggi, come i due capponi di Renzo si stanno beccando su Vera Vita con richieste di risarcimenti milionari da una parte e dall’altra mentre stanno andando in dote, la prima, a BPER e la seconda a Generali. Ma, questo, alla fin  fine non è detto che sia un male così grande per Verona.