Come fare l’albero di Natale in agosto o il cenone di capodanno il 16 settembre. Ci sarà qualche sghiandato che non avendo potuto fare il veglione di S.Silvestro il 31 dicembre pensa di rimandarlo in aprile o a giugno? Difficile. Eppure a Verona abbiamo chi ha pensato di fare qualcosa del genere col carnevale. Alla fine di febbraio, quando cade il carnevale, saremo ancora in emergenza Covid. E allora che cosa ti hanno escogitato quelli del Bacanal del Gnoco? Spostiamo tutto a maggio. Allora -forse- ne saremo fuori. Potremo organizzare tutto allora!  Così hanno deciso di spostare il venerdì “gnocolar” il 7 maggio, “l’ultimo di carnevale” l’11 maggio e, sempre in quei giorni, tutte le manifestazioni annesse e connesse. Pazzesco. Non sarà mica uno scherzo? No, c’è perfino il manifesto.

Siamo al carnevale compulsivo. Già ci sarebbe da indagare da quali meccanismi mentali scaturisca l’idea di fare carnevale, cioè ridere, scherzare, travestirsi in maschera, in piena pandemia, quando siamo arrivati quasi a 80 mila morti. Quanto poi a inventarsi di spostarlo di alcuni mesi pur di farlo, ha davvero dell’incredibile. Era così difficile saltare un anno? Anche per rispetto ai lutti, alla sofferenza e alle difficoltà di molti?

Lo hanno fatto tante altre attività ben più importanti. E’ saltata la stagione lirica in Arena! Gli studenti per mesi e mesi hanno saltato le lezioni a scuola! Gli sportivi non vanno più allo stadio, i ragazzi in palestra, da quasi un anno! Che sarà mai se il Bacanal del Gnoco sta fermo un giro! “Passata la festa, gabbatu lu santu!” dice un intelligente detto dell’Italia del sud, sintetizzando il concetto che una volta passato il periodo stabilito per quella determinata festa, non si fa più. Ogni cosa a suo tempo, insomma. Ma non il “Bacanal del gnoco“. Di quello non possono fare a meno. Chissà perché…