Un fatto nuovo è accaduto a Verona, che ritengo meriti essere solo ricordato per la sua inusualità e franchezza, per non definirlo, monito severo per tutti noi che facciamo, o seguiamo, la politica.
E’ il chiaro e sincero atto accusatorio del Presidente del Banco Popolare di Verona, avvocato Fratta Pasini, ai nostri amministratori. Intervento assai significativo ed importante, perché fatto agli studenti dell’Università, cioè a quei ragazzi e uomini che dovrebbero domani guidare la città, la Regione e il Paese. [//]E’ stato inusuale, perché è noto che le banche stanno sempre in silenzio ed osservano,ma questa volta non è stato così! Fatti ben precisi erano accaduti, che non sono stati apprezzati dagli investitori negli enti pubblici veronesi (leggasi Fiera di Verona).
Ha avuto effetto su palazzo Barbieri, il maggiore accusato?! Credo di no dalle dichiarazioni fatte dal Sindaco, che ha risposto fuori dal tema e gli altri amministratori di Piazza Bra hanno tenuto un comportamento silente. Saranno i cittadini a giudicare, come avviene in democrazia, e lo potranno fare anche da quello che è l’oggetto dello “spara Piero” di questa settimana. E cioè: la Tramvia! E di conseguenza lo sviluppo della città prospettatoci. Non è che questo intervento sia fuori tema “dall’accusa di Fratta Pasini”, anzi è la prova che non vi è concertazione e discussione sui progetti, ma solo scelte di qualcuno, che non vuole far partecipe gli altri e neppure fare analisi sulla sostenibilità, utilità e necessità.
Giorni fa il Sindaco e l’assessore Pozzerle, con il presidente di Amt, hanno presentato alla città la tramvia “nuova” con i due lotti rinnovati, che escludono definitivamente la parte sud della città ed hanno comunicato la partenza dei lavori prossimamente!! La singolarità di questa presentazione è stata che i disegni del primo lotto ed alcune relazioni erano del maggio 2004, e ricomprendevano atti della Siemens Spa, che sappiamo non essere più legata alla tramvia veronese.
Di più ancora, i disegni riportano ancora la tratta PN – Verona Sud, che non si farà più, non solo per mancanza di finanziamento e per il costo, anche se è l’unica tratta utile, (pag. 21 relazione Gabrielli su Verona Sud), ma anche perché la Giunta ha accolto un emendamento della maggioranza consigliare, che ha tolto dal PAT tutto il tracciato della tramvia, che collegava la Fiera, il Polo Finanziario, il Policlinico ed il casello autostradale con il relativo parcheggio scambiatore. Tralascio di dire che non c’erano i disegni con le varianti suggerite da Metropolitana Milanese, per Porta Vescovo e via S. Paolo, Ponte Navi, perché ancora non approvate dalla Giunta, a quanto si sa, anche se saranno obbligati ad approvarle.
Alla luce di queste notizie, ho riletto quello che il Sindaco e i vari assessori hanno detto e magnificato su Verona Sud, la città del futuro, ed ho così scoperto che il progetto preliminare del prof. Gabrielli, presentato in grande pompa alla Gran Guardia è già tramontato. Già, perché tutto quanto previsto in quello studio, fatto dall’insigne urbanista, sta in piedi se vi saranno collegamenti rapidi e di massa che ” forniscono una reale alternativa all’impiego dell’auto privata” (pag. 38 documento preliminare) ed è quindi “condizione necessaria e pregiudiziale per la sostenibilità ambientale della trasformazione delle aree, la realizzazione di una infrastruttura finalizzata al trasporto rapido di massa” (pag. 68).
Non dimentichiamo poi che nel contatto Comune – Fondazione Cassa di Risparmio ed altri Enti, è prevista la costruzione obbligatoria del sistema di trasporto rapido a carico del Comune di Verona.
Se non è la tramvia, che sarà?! Non certo la Metropolitana, che l’assessore Pozzerle ha riferito in Commissione consigliare non si farà, forse perché ha letto, unico tra tutti, che per fare un qualsiasi sistema di trasporto su sede fissa occorrono i contributi dei privati? infatti il Comune non può sopportare un tale investimento e non possono essere sufficienti gli oneri normali, ma “vanno fissati quelli aggiuntivi finalizzati a coprire le opere civili e la infrastruttura per il trasporto di massa” (pag. 68 doc. preliminare).
Tutto ciò sta a significare che il Comune a Verona è tutto a comparti stagni, nessun Assessore parla con l’altro e il Sindaco non riesce a coordinare le idee e i contratti che sottoscrive; fa solo proclami vuoti ed in contrasto con quanto delibera, decide ed illustra alla città ed agli imprenditori. Figuriamoci allora se può Palazzo Barbieri trovare soluzioni su progetti con altri Enti e nell’interesse della città, come chiede il Presidente del Banco!? E’ evidente, allora, che non può fare altro che accontentare qualche aspirante alla “carega”, non curandosi minimamente delle “sue” grandi idee e di quello che tutti chiedono: un salto di qualità!
L’Adige, 8 Aprile 2006, pagg. 1 e 2