Il credito al consumo non si ferma nonostante gli aumenti dei tassi di interesse. Gli osservatori di mercato evidenziano anche per questi primi mesi del 2006 una crescita delle richieste di finanziamento rateizzato e i valori degli importi medi erogati è in costante aumento.è
Nel primo semestre dello scorso anno infatti, gli importi medi dei finanziamenti erogati erano di poco superiori ai 7.700 euro e nel secondo semestre si erano apprezzati fino a raggiungere quote di 8.500 euro. [//]Questi primi mesi dell’anno, come risulta dai dati pubblicati da PrestitiOnline, gli importi medi erogati arrivano a superare quota 10 mila euro.
Per quanto riguarda la destinazione dei prestiti rimane al primo posto degli erogati l’arredamento con il 17,8%, la ristrutturazione della casa 16,6%, seguita dall’acquisto di auto nuove (13%) e usate (9%). In crescita anche le richieste di liquidità con il 10,9%, a dimostrazione che le entrate mensili non bastano a coprire le spese dei consumatori. C’è da chiedersi, a fronte di una tendenza all’indebitamento che ha investito già da alcuni anni i consumatori italiani, se l’aumento di questi valori sia generato dalla richiesta di accendere nuovi contratti da destinare all’acquisto di ulteriori beni di consumo o sia invece un modo per ottenere liquidità da destinare al consolidamento dei debiti già contratti con i precedenti finanziamenti.
Il tema del consolidamento debiti è una recente novità nel settore finanziario italiano, ma che sembra essere una soluzione per trasformare i molteplici prestiti accesi, in un unico grande finanziamento con una sola maxi-rata che, come valore dell’importo sembra essere ormai più vicina a quella di un mutuo. Un dato indicativo della crescita del fenomeno è il 3% della quota dei finanziamenti erogati è destinato alle operazioni di consolidamento debiti.
In ultima analisi, la causa che ha prodotto questa situazione di maggiore ricorso ai prestiti, è il potere d’acquisto dei consumatori che è in diminuzione, e i redditi che non crescono quanto dovrebbero. Gli analisti finanziari invece, parlano di una nuova maturità da parte dei consumatori nella gestione delle finanze personali, orientata al dilazionamento delle spese nel tempo. In ogni caso, l’effetto immediato è un minor impatto sulle uscite mensili, a discapito di una durata dei finanziamenti che si sta dilatando nel tempo. E a conferma di questo, i debiti con durate maggiori stanno crescendo: il 25,3% infatti, hanno durata di 60 mesi, il 17,6% sono per i 72 mesi e il 7,8% è per gli 84 mesi. Fino ad un anno fa periodi di 84 mesi non erano nemmeno previsti dalla finanziarie e sono bastati 12 mesi per affermarsi nelle preferenze dei consumatori.
L’Adige, 18 Marzo 2006, pag. 6