Le terre di conquista sono Kosovo e Serbia mentre la Croazia è già stata “colonizzata”. Si espande velocemente l’interesse degli olivicoltori veronesi in zone potenzialmente perfette per la rinascita di oliveti da reddito, che necessitano però dell’alto know how acquisito in questi ultimi anni dai nostri produttori. La politica espansionistica è supportata dai grandi numeri della stagione 2005-2006 che parlano chiaro e pongono il Triveneto al primo posto nella graduatoria italiana per produzione di olioextravergine di oliva con un incremento del 8,8% rispetto all’anno scorso con 14.250 quintali (per un giro d’affari di oltre 12 milioni di euro), mentre la produzione nazionale ha fatto registrare un decremento globale del 13,5%. [//]
L’unica area in crescita significativa, oltre al Triveneto, è stata la Sicilia (+ 12,3%).Per rendersi conto del traguardo raggiunto basti vedere che nell’area lombarda il calo si è assestato al 13,1%.L’A.I.P.O., l’associazione interregionale dei produttori olivicoli, con sede a Verona, ha fornito il resoconto delle ultime stime che premiano i 6.140 produttori aderenti, 3.200 dei quali dell’area del Garda, 2.890 in Veneto e 50 nel comprensorio triestino, l’area Tergeste.«Mai come in questo caso si può dire che l’unione fa la forza – dice il presidente Albino Pezzini -, grazie anche alle indicazioni e alle opportunità offerte dalla politica agricola comunitaria, dal ministero delle politiche agricole e dalla Regione Veneto con il vicepresidente e assessore alle politiche agricole Luca Zaia. Il Triveneto con i suoi 13.127 ettari investiti a coltura olivicola, di cui 1.241 DOP, per un complesso di 61 etichette, un totale 269.983 piante su 1.366.240 nazionali, è oggi una delle aree più dinamiche nel settore dell’olivicoltura da reddito che sta acquisendo sempre maggiori attenzioni da parte dei mercati al consumo, interno ed internazionali.
Tra le innovazioni positive, il regime di pagamento unico disaccoppiato che agevolerà i nuovi investimenti aumentando la competitività delle imprese olivicole venete a livello internazionale, ma anche l’elevata informatizzazione delle aziende».
La variegata produzione olearia veneta presenta quattro realtà territoriali organizzate nella DOP interregionale “Garda”, qui nella specifica “Orientale”, e nella DOP “Veneto” con le sottodenominazioni “Valpolicella”, “Euganei e Berici” e “del Grappa”.
L’AIPO aderisce all’U.n.a.pr.ol. (Unione Nazionale tra le Associazioni di Produttori di Olive) che rappresenta circa 750 mila olivicoltori, con 72 associazioni provinciali rappresentative di tutte le regioni olivicole italiane. «In base al monitoraggio effettuato un campione di oltre 6.000 aziende in tutta Italia, di cui un centinaio solo nel veronese – spiega il presidente Michele Bulgaro – emerge che l’86,52% del prodotto convenzionale confezionato in Triveneto è destinato al mercato regionale, poco meno del 7% viene assorbito dal nazionale, mentre il restante 6,50% circa rappresenta la quota di prodotto destinato al mercato europeo. La quota aumenta fino al 7,50% nel caso di prodotto a denominazione protetta. Le potenzialità del Veneto-Garda sono in questo momento le più interessanti ed attive dell’intero territorio nazionale».

L’Adige, 28 Gennaio 2006, pag. 5