Dopo una grande pubblicità sui nostri giornali locali e alle televisioni, la Giunta Comunale ha dato il via al rifacimento di via IV Novembre, con aiuole e piante mediatiche, tanto da farcelo immaginare come un viale alberato nel verde (o al verde?).
E’evidentemente un’opera “elettorale”, per accattivarsi i voti degli abitanti di Borgo Trento, notoriamente di centro destra. Scrivo ciò perché, sempre in questo periodo, il Comune di Verona ha presentato la seconda tratta della tramvia, che passa sempre per via IV Novembre e piazzale Vittorio Veneto e quindi, tutto quello che ora viene fatto, sarà sconvolto dai binari e dalle opere accessorie. [//]
Allora mi chiedo: c’è bisogno di spendere ora milioni di euro per lavori che poi saranno demoliti? A meno che la Giunta non “sappia” che la tramvia non sarà mia fatta!
Dopo i voti del centrodestra, per non essere da meno, la Giunta pensa al centrosinistra, o meglio alle richieste di Rifondazione Comunista e mette all’ordine del giorno del Consiglio comunale le modifiche dell’articolo 2 dello Statuto, per inserire “i diritti degli omosessuali”, come se attualmente fossero discriminati nella corretta descrizione fatta dalla nostra carta fondamentale che testualmente recita ed impone “il rispetto concreto ed attivo verso tutti gli uomini, senza distinzione di sesso, età, ceto sociale, etnia, razza, lingua e religione. Opera, quindi (il Comune n.d.r.) per garantire a tutti i cittadini le condizioni di pari opportunità di accesso all’istruzione ed alla formazione professionale, al lavoro ed all’esercizio delle professioni, superando ogni sorta di discriminazione sociale, culturale e fisica” (Statuto art. 2).
Più chiara e costituzionalmente corretta non poteva essere la volontà del Comune di Verona.
Orbene, è evidente che la richiesta di Rifondazione è una scelta per creare il caso e basta, perché la legge impone, per modificare lo Statuto, il consenso dei due terzi dei consiglieri, per due volte, e poi sempre e comunque la maggioranza assoluta, con ripetizione del voto a distanza nel tempo.
Si fa presente che questo delicato tema non verrà dibattuto nell’aula consiliare di Palazzo Barbieri, ma alla Gran Guardia!! È facile prevedere che cosa accadrà e chi sarà presente.
E’ la democrazia di Zanotto, che sa benissimo che, mai e poi mai, avrà il consenso necessario per una simile modifica senza senso, e lo fa per accontentare una minoranza che è recalcitrante nei suoi confronti e gli ha negato l’appoggio per la prossima sua rielezione.

L’Adige, 13 Maggio 2006, pag. 2