Innovazione e ricerca: il Veneto stanzia 60 milioni
Il Veneto è pronto ad investire ingenti risorse strategiche, umane e finanziarie per potenziare i rilanciare la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica dedicate allo sviluppo economico e produttivo.[//] Lo strumento che la Giunta regionale ha individuato e approvato trasmettendolo al Consiglio per il prosieguo dell’iter è il Disegno di Legge quadro “per la promozione ed il coordinamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione nel sistema produttivo regionale”, ed è stato presentato oggi a Venezia dall’Assessore alle Politiche Economiche Fabio Gava. “E’ la prima volta – ha sottolineato Gava – che interveniamo con una legge organica su questo settore che l’Europa considera strategico per le economie dell’intera Ue, e lo abbiamo fatto proprio per dare al Veneto uno strumento per puntare all’obbiettivo dettato dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2005 del 3% del Pil dedicato alla ricerca e innovazione da raggiungere entro il 2010. Non sarà facile, ma ritengo sia stata imboccata la strada giusta. Questa legge mette infatti al centro dell’attenzione e coordina l’attività valorizzando i temi della centralità dell’impresa e del sistema veneto dell’innovazione e si pone come punto di riferimento dell’intero sistema regionale di ricerca/innovazione nel quale coinvolgere e responsabilizzare pienamente i soggetti pubblici tradizionali, gli Istituti a carattere scientifico, le Università, le imprese. Una vera e propria rete all’interno della quale individuare e realizzare i progetti ritenuti più adatti per le necessità delle nostre imprese e concentrare tutte le risorse a vario titolo disponibili, evitando dispersioni e sovrapposizioni di attività”. Il DDL presentato oggi è dotato di per sé di circa 30 milioni di euro in 3 anni, “ma – ha detto Gava – le risorse annualmente inserite nel settore non saranno meno di 50-60 milioni di Euro, cui vanno aggiunti i Fondi Europei che arriveranno con la programmazione 2007-2013, non ancora quantificabili, ma sicuramente ingenti”. Il varo del DDl da parte della Giunta è stato preceduto da un lungo lavoro di confronto e concertazione con tutte le parti interessate. “E se il livello di condivisione e apprezzamento espresso sinora da Università e imprese si trasferirà in Consiglio regionale – ha aggiunto Gava – mi auguro che la legge possa essere approvata entro il 2006 per essere operativa a inizio 2007, quando inizierà anche il nuovo periodo di programmazione dei Fondi Ue”. Attualmente la media di investimenti dedicati nei Paesi Ue è dell’1,96% del Pil (contro il 2,59% del Giappone e il 3,12% degli Stati Uniti). Il Veneto si attesta allo 0,72%. “Questa legge – ha aggiunto l’Assessore – si affianca a importanti segnali che la Regione ha dato dal 2002 con costanti aumenti delle risorse dedicate, di cui oltre il 60% in spesa pubblica”. La nuova legge verrà applicata attraverso un Piano Strategico Regionale con valenza triennale approvato dal Consiglio e da un Piano annuale degli interventi che sarà di competenza della Giunta. Istituito anche un Comitato d’Indirizzo Regionale per la Ricerca e l’Innovazione che avrà importanti funzioni nell’elaborazione e revisione del Piano strategico, nell’aggiornamento, integrazione e coordinamento degli altri strumenti di intervento presenti in ambito regionale, nella programmazione di altre iniziative di coordinamento tra i soggetti operanti nel campo della ricerca e dello sviluppo, per promuovere l’integrazione tra i soggetti del sistema regionale dell’innovazione. Università, Cnr, Ufficio Scolastico Regionale, Unioncamere A questo organismo partecipano tutti i rappresentanti delle entità interessate:Veneto, Associazioni imprenditoriali di industria, artigianato, commercio, agricoltura, turismo, sindacati, ordini professionali, Parchi scientifici e tecnologici, Veneto Nanotech, Veneto Innovazione, tecnici regionali. La nuova legge individua inoltre 8 fattori strategici su cui puntare le azioni. 1) la promozione ed il coordinamento delle attività di ricerca tra le Università, i Parchi Scientifici, i Centri di Ricerca da un lato, e la ricerca industriale o precompetitiva dall’altro. 2) il miglioramento e la moltiplicazione del trasferimento tecnologico per consentire alle aziende un facile accesso alle tecnologie ed alla conoscenza di cui hanno bisogno, dando maggiore slancio anche all’innovazione non tecnologica come il design, il marketing e la gestione di processi aziendali. 3) la promozione ed il sostegno all’innovazione ed alle sue dinamiche, con un approccio strutturale ad una pluralità di fattori come formazione, aspetti normativi, legislativi, fiscali, concorrenza, società dell’informazione, infrastrutture di ricerca. 4) la creazione di poli d’eccellenza e di attività produttive ad alto valore aggiunto, ampliando il sistema delle filiere produttive finalizzate ad aggregare imprese e consorzi misti, e promuovendo in particolare l’interscambio con ambienti universitari, il Cnr, e i diversi Poli di ricerca. 5) la valorizzazione delle risorse umane e la loro mobilità, puntando all’aumento del numero di ricercatori nelle Università, nei Poli di innovazione, nelle imprese. 6) il miglioramento dell’attrattività del territorio e dei partenariati internazionali attraverso reti internazionali di collaborazione alla ricerca, azioni di diffusione delle eccellenze locali e delle loro capacità di produrre innovazione, integrando di più le imprese ed il sistema di ricerca regionale nel contesto internazionale, e attirando sul territorio imprese internazionali ad elevata tecnologia e con adeguate capacità di ricerca industriale. 7) il perseguimento dell’obbiettivo del 3% del Pil investito in ricerca, favorendo la complementarietà degli interventi, la concentrazione delle risorse e l’amplificazione degli investimenti regionali con la compartecipazione di Unione Europea, Governo Nazionale, Regione, Enti Locali e territoriali da un lato, e del privato dall’altro. 8) la revisione delle regole amministrative per adattarle ai necessari criteri di flessibilità e razionalizzazione.