La stagione del turismo quest’anno ha portato dei buoni affari agli addetti ai lavori del nostro Paese. [//]Il business è cresciuto secondo l’indagine dell’Osservatorio turistico-alberghiero realizzata da Federalberghi nei 33.500 hotel sul territorio. I pernottamenti sono aumentati dell’1,3% rispetto all’anno scorso e il buon risultato è dovuto soprattutto al ritorno dei tedeschi e all’invasione degli americani. Nel dettaglio, da gennaio a settembre 2006 i pernottamenti in albergo sono stati nel complesso 204 milioni, mentre nel 2005 si erano fermati a 201,4 milioni. Grazie agli italiani i pernottamenti sono stati 119 milioni (rispetto ai 117 milioni dello stesso periodo del 2005) pari a una crescita dell’1,3%, mentre i restanti 85,3 milioni di pernottamenti (rispetto agli 84,3 milioni dello stesso periodo del 2005), per un +1,2%, sono dovuti a presenze straniere. Un risultato che supera di poco i dati del medesimo periodo del 2001. Soddisfatto il presidente della Federalberghi-Confturismo e vice presidente vicario della Confcommercio, Bernabò Bocca: “Ci sono voluti addirittura cinque anni prima che il turismo italiano riguadagnasse le posizioni raggiunte nel 2001 e sgretolatesi all’indomani degli attacchi terroristici dell’11 settembre dello stesso anno. Un sistema che comprende oltre 270mila imprese, dà lavoro a oltre due milioni di persone, introita annualmente circa 30 miliardi di euro spesi dai turisti stranieri nel nostro Paese, produce un giro d’affari di 140 miliardi di euro e influisce per circa il 12% del Pil nazionale”. L’analisi di Federalberghi in merito alle tipologie turistiche mette in luce che a registrare gli aumenti maggiori sono le località dei laghi (+5,4%), con un totale di 8,9 milioni di pernottamenti, seguite dalle località marine (+5,1%), con un totale di 62 milioni di pernottamenti. In particolare, le località marine hanno visto crescere la componente italiana del 6,7% e quella estera dell’1,7%. Mentre le località lacustri hanno segnato una crescita del 6,1% di italiani e del 5,1% di stranieri. Seguono, in classifica, le località d’arte maggiori e minori con una crescita del 2,7%, per un totale di quasi 37,5 milioni di pernottamenti, frutto di un aumento dello 0,2% per gli italiani e del 4,5% per gli stranieri. Le città d’affari hanno visto una crescita del 2,5%, determinato da un aumento del 3,3% di italiani e dello 0,5% di stranieri, per un risultato finale di 4,7 milioni di pernottamenti. Le uniche due note stonate, sottolinea l’Osservatorio, provengono dal turismo montano con una diminuzione del 2,9%, con un aumento dell’1,4% degli italiani e a un calo del 9,5% per gli stranieri, per un totale di 27,5 milioni di pernottamenti. E dal turismo delle località termali che hanno fatto registrare un -4,4% determinato da un -7,3% di italiani e un +0,1% di stranieri, per un totale di 8,4 milioni di pernottamenti. Quanto ai flussi turistici provenienti dall’estero da notare che “i tedeschi sono finalmente tornati, facendo al momento registrare un aumento del 6,6% di pernottamenti, per un totale nei soli mesi estivi di 10 milioni di presenze”. Sempre nei quattro mesi estivi si evidenzia il boom degli statunitensi cresciuti addirittura del 20,4% e dei giapponesi cresciuti del 13,7%. I francesi sono rimasti stabili (-0,7%), mentre un calo abbastanza importante si è registrato per gli inglesi (-7,5%). I dati, infine, dell’Ufficio italiano cambi segnalano come da gennaio a giugno il saldo attivo della bilancia valutaria turistica si sia affermato su un +24,3%, in virtù di un aumento dell’8,1% di spese degli stranieri per vacanze in Italia e una diminuzione dell’1,8% di spese degli italiani per vacanze all’estero.