Popolare Lodi: quindici giorni per decidere il matrimonio con Popolare Verona o Popolare Emilia
Tramonta per la Popolare Italiana l’ipotesi di un matrimonio con la Bpm e restano aperte le ipotesi di nozze con la Popolare di Verona e la Bper. [//] Il Cda lodigiano ha infatti dato mandato al presidente Giarda e all’amministratore delegato Divo Gronchi di limitare le trattative ai due istituti di credito prescelti. La scelta del nome non c’è dunque, ma i possibili partner si riducono. Ma mercoledì, nel giorno del Consiglio di amministrazione della Bpi proprio per restringere la rosa dei candidati alle nozze, una fuga di notizie, rivelatesi poi infondate, ha provocato parecchio scompiglio sui titoli coinvolti. La Popolare Italiana ha messo a segno un guadagno del 6,86% chiudendo a un prezzo di riferimento di 10,497 euro dopo che si era diffusa la voce secondo cui la Popolare di Milano avrebbe valorizzato la Italia a 12 euro. Ma alla fine, quando arriva la notizia della scelta dei pretendenti da parte del Cda, il nome della Bpm non c’è. In corsa restano Verona e Novara ed Emilia Romagna, che dovranno definire le loro proposte entro due settimane, quando arriverà la scelta definitiva. Eppure, da quanto risulta, Roberto Mazzotta aveva messo sul piatto un’offerta allettante. La divisione fra i consiglieri ha impedito una decisione unanime sulla Popolare di Verona che negli ultimi giorni era stata vista come la favorita e, ascoltando i sentimenti della base dei soci lodigiani, i consiglieri hanno ammesso alla lista ristretta la Popolare Emilia Romagna che garantisce nella sua proposta un’ampia autonomia e garanzie al territorio lodigiano. Sul piano economico infatti le offerte si assomigliano e prevedono una valorizzazione di circa 11,5 euro da parte della Bpvn e poco meno di 12 euro per la Bper. La Bpu aveva offerto 11,5 euro, mentre la Milano aveva proposto una fusione in parte contanti e in parte carta con l’emissione di un dividendo straordinario che avrebbe comportato una valorizzazione di titoli della ex Lodi di circa 12 euro. Valori ai quali il titolo Bpi si è allineato nella giornata salendo a un certo punto della seduta anche dell’8% a un massimo di 10,62. La Bpm, che è arrivata a guadagnare anche il 3,5%, ha poi chiuso in calo dello 0,61% a 10,49, mentre la Bpvr ha perso lo 0,18% a 21,92. Adesso il presidente Piero Giarda e l’ad Divo Gronchi hanno 15 giorni di tempo per incontri tecnici e informativi con le due banche alle quali verrà richiesta la formulazione di un’offerta vincolante. Compito che verrà assolto sempre con l’ausilio degli advisor Mediobanca e Rotschild e che dovrà essere improntato al rispetto di “rigorosi criteri di riservatezza e parità di trattamento”. La necessità di porre un termine è dovuta alle turbolenze del mercato e alla esigenza di porre fine a una vicenda che ormai da mesi sta condizionando l’andamento dell’istituto. All’esito degli incontri verrà quindi convocato in tempo utile il Cda per valutare le eventuali offerte dei due candidati. Di certo il candidato dovrà affrontare lo scoglio dell’assemblea dei soci che, grazie al voto capitario (un voto a socio, indipendentemente dal numero di azioni possedute) è in grado di rovesciare le indicazioni del consiglio e bocciare proposte non gradite. Nonostante la tempesta che si è abbattuta sull’istituto e il respiro nazionale assunto dalla banca infatti la componente lodigiana rimane determinante. Su questa base di soci fa presa il messaggio della Bper di “un’alleanza strategica con pari dignita”, che vedrebbe una holding in testa al gruppo, il mantenimento delle sedi di Modena e Lodi dove sorgerebbero due fondazioni per fini benefici, di utilità sociale nel territorio. Da parte sua la Bpvn mette sul piatto anch’essa garanzie di attenzione per lo stesso territorio, il mantenimento della natura cooperativa della Bpi portando ad esempio l’unione fra Verona e Novara realizzata nel 2001 e l’inserimento nel proprio gruppo del Credito Bergamasco, tra i vertici in Italia per efficienza e redditività.