Seminario di “Chimica per l’arte: scienze molecolari e beni culturali” giovedì 11 gennaio alle 10.30 nella Sala Barbieri dell’Università di Verona. Le nuove frontiere della tecnologia per studiare la tecnica pittorica di antichi maestri, dal Perugino al Raffaello. Durante il seminario verranno presentate le nuove scoperte sulle scienze molecolari e il contributo nel campo dei beni culturali. [//] L’ incontro, organizzato da Marco Bettinelli, docente di Chimica dell’ateneo scaligero, vedrà la partecipazione di Antonio Sgamellotti del Dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia che presenterà le importanti scoperte sulle metodologie per la conoscenza, la conservazione e il restauro di manufatti di interesse storico-artistico. Le odierne ricerche hanno reso disponibili strumenti scientifici portatili per condurre indagini non distruttive: il Centro di Eccellenza di Perugia Smart ha così costituito un laboratorio mobile, Molab, che fornisce accesso transnazionale nell’ambito del progetto europeo Eu-Artech. Con queste tecniche portatili è stato recentemente realizzato uno studio completo ed approfondito sullo stato di conservazione del David di Michelangelo, di cui saranno presentati e discussi i risultati. Questi maestri rinascimentali, oltre all’utilizzo di pigmenti tradizionali del sedicesimo secolo, hanno anche sperimentato, allo scopo di ottenere sofisticati effetti cromatici, l’uso di polvere di metalli, come bismuto o bronzo, o minerali con proprietà metalliche tipiche del lustro, o anche polvere di vetro incolore. Le scienze molecolari, oltre a fornire composti innovativi per il consolidamento e la pulitura di manufatti di interesse storico artistico, sono di grande ausilio nelle indagini archeologiche per lo studio delle tecniche esecutive ed il loro evolversi. Saranno così presentati degli studi su bronzi del periodo etrusco arcaico e di ceramiche rinascimentali. In particolare, sarà discussa la tecnica di decorazioni a lustro, uno degli argomenti più affascinanti nella storia della ceramica. Le proprietà e la preparazione del lustro presentano forti analogie con quelle dei compositi vetro-metallo nanostrutturati, materiali innovativi di grande ed attuale interesse per le loro applicazioni nel campo dell’optoelettronica.