Piano emergenza sismica-meteo-idropotabile. Pronta la mappatura del territorio
E’ stato presentato oggi nella Sala Rossa del Palazzo Scaligero il Piano di Emergenza su tre rischi naturali: sismico, idropotabile ed eventi meteo avversi. Erano presenti l’assessore alla Protezione civile Lucio Campedelli, l’ingegner Armando Lorenzini dell’unità operativa Dissesti idrogeologici e Protezione civile della Provincia, Luca Castellani responsabile della Protezione civile Ana e Sergio Marangoni vicepresidente dell’Ais -Associazione italiana soccorritori Marano. Domani, venerdì 29 giugno alle ore 17, il Piano di Emergenza Provinciale verrà presentato in un convegno in Loggia di Fra’ Giocondo [//]a cui parteciperanno: il presidente Elio Mosele, l’assessore Campedelli, il professor Pierluigi Soddu del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Marco Monai dell’Arpav e il direttore dell’Aato Veronese Luciano Franchini. Relazioneranno il geologo Ugo Franceschetti e l’ingegner Armando Lorenzini. Queste le anticipazioni date oggi per la stampa. “Quando scatta l’emergenza ci sono procedure e modalità precise di intervento”, ha detto l’assessore Campedelli. “Negli anni scorsi ci siamo occupati di altri rischi e ora concludiamo con questi che non vanno sottovalutati. Il rischio sismico da noi non è elevato, ma ci sono due aree precise che vanno tenute sotto controllo, sono l’alto lago e la Lessinia orientale. Molta attenzione serve anche per le difficoltà previste in caso di carenze idriche e con gli eventi meteo avversi. I più frequenti nella nostra provincia sono: grandinate e temporali dal lago, nevicate e eccessi di caldo”. “Nel momento di emergenza non si possono lasciare le azioni al caso”, ha avvertito Castellani. “Servono piani precisi come questo, che riesca a coordinare le 14 squadre territoriali sparse in provincia. Molto utili sono anche le esercitazioni. In autunno faremo la simulazione di un evento sismico”. Con questo Piano di emergenza la Provincia conclude la mappatura del territorio. Sono stati studiati i rischi idrogeologici (frane, alluvioni) e incendi boschivi nel 2003; i rischi viabilità-trasporti e chimico-industriale nel 2004 (entrambi presentati il 22 novembre 2005 alla presenza del capo dipartimento Guido Bertolaso). Durante il convegno verranno illustrati i tre rischi nel dettaglio. La prima parte riguarderà il rischio sismico che riveste un ruolo preponderante nel territorio veronese. Infatti, pur non avendo aree a rischio molto elevato di grado pari a 1 come, per esempio l’area etnea in Sicilia, comunque si hanno due zone a rischio elevato pari a 2 nei comuni di Torri del Benaco, San Zeno di Montagna e Brenzone nell’area del Baldo Garda e nei comuni di San Mauro di Saline, Badia Calavena, Tregnago e Vestenanova nell’area della Lessinia Orientale. Il terremoto di Salò del novembre 2004 è stato indicativo di quanto fragile sie la sponda Veronese del Lago di Garda per via delle molteplici faglie di antica origine glaciale, ma tutt’ora attive, che generano centinaia di microsismi all’anno. E’ utile precisare che al giorno d’oggi non esistono ancora sistemi per prevedere l’accadimento di un sisma ed è per questo che gli interventi di protezione civile a supporto delle popolazioni colpite deve essere repentino e preparato per tempo. Inoltre l’introduzione del D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche delle costruzioni”, emanate dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di concerto con il ministero dell’Interno e il Dipartimento della Protezione Civile , ha previsto metodologie di progetto che rendano antisismiche sia le abitazioni in zone a rischio sismico 2 ma anche quelle in zone a rischio sismico 3 (es. comune di Verona). Ciò ha abbassato notevolmente la vulnerabilità del nostro territorio, caratterizzato da molteplici abitazioni di tipo agricolo che ora possono venire ristrutturate in tutta sicurezza con i criteri antisismici. La gestione dell’emergenza sismica prevede una stretta sinergia tra Prefettura e Provincia coinvolte congiuntamente nella sala operativa del CCS, il Centro Coordinamento dei Soccorsi, che ha il ruolo di gestire l’evento. Da lì partono gli ordini per svolgere gli interventi di accoglienza della popolazione deceduta, ferita e senzatetto, il censimento dei danni alle infrastrutture ed alle abitazioni, il ripristino nel berve periodo dei servizi essenziali (luce, acqua, gas), la messa in sicurezza degli edifici lesionati e l’abbattimento di quelli ritenuti seriamente lesionati, …. Nel piano sono indicati gli specifici compiti di ogni ente coinvolto come il SUEM 118, le FF.OO, il comune , gli enti di servizi come ENEL, il gestore dell’acquedotto e del gas, la stampa, … Il piano sul rischio sismico ha avuto una grande apporto da parte del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile nella persona del Prof. Pierluigi Soddu che insieme ai suoi collaboratori ha dato la disponibilità per redigere la parte inerente gli “Scenari di danno sul rischio sismico nella provincia di Verona”. Sono state prese in considerazione tre intensità sismiche e da queste sono stati estrapolati, con i dati dell’ultimo censimento, il numero di abitazioni crollate e/o inagibili e gli abitanti colpiti dal sisma. A seguire sono state identificate le aree destinate alla gestione dell’emergenza come le aree di ammassamento, di attesa e di ricovero. L’analisi dei rischi derivanti gli eventi meteorici avversi riguarda fenomeni come temporali e scrosci di pioggia di breve durata (inferiori all’ora) ma di notevole intensità, folate e raffiche di vento, trombe d’aria, grandinate, precipitazioni nevose, massimi e minimi valori di temperatura e nebbia. Questi eventi, che negli ultimi anni proprio a causa del cambiamento climatico mondiale che si evidenzia anche nelle nostre zone, accadono sempre più frequentemente. Essi generano oltremodo anche maggiori problemi a causa dell’aumentato livello di vulnerabilità del nostro tessuto urbano diffusosi a macchia d’olio in quanto sono state occupate zone destinate al deflusso delle acque meteoriche, tipiche per le abbondanti nevicate o site in località dai climi avversi (zone assolate o site “a tramontana”). Tuttavia questi fenomeni, a differenza degli eventi sismici, possono essere ampiamente previsti grazie alle nuove tecnologie satellitari e radar. Un esempio tipico lo si può vedere andando a cercare su internet le previsioni meteo per fare capire quante solo le società che stanno puntando sulla previsione meteorologica. Nel Veneto, grazie ad ARPAV, sono state progettate due tecnologie all’avanguardia che ci permetteranno di approfondire le ricerche sulle previsioni meteo: il miniradar installato a Valeggio sul Mincio e il nuovo software per le previsioni. Il primo rappresenta uno strumento importante per le previsioni di eventi a veloce tempo di formazione come i forti temporali, le grandinate, gli scrosci,… in quanto riesce ad effettuare una rapida indagine nell’atmofera nel raggio di circa 30km. L’installazione nella zona del basso Lago di Garda ha lo scopo di prevedere in tempi accettabili la formazioni di eventi meteorologici avversi che si formano tipicamente sopra il lago durante i periodi estivi a seguito di forte ondate di calore. Il nuovo software invece, permette a più utenti, comprese le Province, di accedere tramite una specifica connessione a tutti i dati del radar di Teolo-Padova, permettendo di osservare e seguire passo passo l’evoluzione di tutti fenomeni atmosferici e predisporre le contromisure necessarie: allertamento delle protezioni civili locali per gli interventi di svuotamento degli interrati dall’acqua, il ripristino della viabilità a seguito di caduta piante sul sedime stradale, assistenza alla popolazione isolata dalle forti nevicate, … Per quanto riguarda il rischio idropotabile, si è affrontato il problema della carenza o della mancanza d’acqua dovuta a diversi fenomeni: prosciugamento delle falde e quindi assenza d’acqua, inquinamento della falda e rottura dei sistemi di captazione e di adduzione della risorsa idrica. Sono stati coinvolti tutti gli enti gestori dell’acqua della Provincia di Verona. In particolare, vista la recente normativa in materia di ciclo delle acque, sono stati contattati il direttore dell’Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale (AATO) Veronese che è l’organo regionale che ha il compito di applicare la Legge Galli sul territorio della provincia di Verona e i direttori dei due gestori dell’acqua nati con la nuova legislazione: Acque Veronesi Scarl e AGS – Azienda Gardesana Servizi. Questi enti sono anche i principali gestori dell’emergenza idrica essendo i detentori delle informazioni e dei dati fondamentali per capire in tempi brevi in quale aree del territorio sono emerse le problematiche, la tipologia di eventi che stanno succedento, dare un prima stima delle ipotesi di danno (inquinamento, rottura delle tubazioni), degli scenari di danno (popolazione colpita) e dei tempi per la messa in ripristino del servizio. Infine, qualora le usuali manovre non portassero a risolvere le problematiche carenza d’acqua, potrà essere richiesto l’intervento d’urgenza del Sistema di Protezione Civile che interverrà attivamente per: garantire la risorsa idrica alle popolazione tramite fornitura di bottilgie, sacchetti, taniche o cisterne d’acqua. Se il problema riguarda l’inquinamento potranno essere utilizzati potabilizzatori chimico-meccanici per la depurazione in loco. Prossimamente questi piani, sviluppati su piattaforma GIS, verranno inseriti sul sito della Protezione Civile della Provincia di Verona per renderli disponibili sia agli enti competenti sia ai gruppi di protezione civile. Attualmente sono già stati implementati nel SITP, il sottosistema operativo territoriale provinciale. Nell’arco del 2007 verrà approfondito lo studio sul rischio Black out- mancanza di corrente elettrica.