Finita “la battaglia” sulla sicurezza, che ormai non interessa molto ai cittadini, che hanno visto scomparire i “vu cumprà” e spostarsi le prostitute di alcune decine di metri spaventate dall’elicottero, i veronesi si sentono più sicuri e, finalmente, il podestà Tosi tenta di iniziare ad amministrare Verona, anche se mi pare che stia già dimostrando i limiti suoi e della sua Giunta. Dalle dichiarazioni che sta facendo sul “Polo Finanziario” ritengo che non abbia letto i contratti, quelli firmati, e non sappia quanto è stato deliberato e speso, per attuarli; spese naturalmente che ora vanno a perdita.[//] Che Zanotto avesse sottoscritto atti onerosi e con clausole rigide ed irrealizzabili nei tempi, lo si sapeva e lo si era criticato, ma ormai sono atti ufficiali a cui le parti contraenti debbono attenersi. Ebbene, invito il Sindaco, ed ancora di più il suo Direttore Generale ed anche i nuovi Vice Direttori Generali a rileggere attentamente quei documenti, prima di dichiarare guerra agli attuatori del Polo Finanziario, ai quali forse l’intervento ora non interessa più e ciò per colpa esclusiva del Comune. Quei contratti sono ben significativi nel lasciare la disponibilità a chi acquistava le aree, di utilizzarle anche per altri fini, in caso di inadempienza del Comune, nel rispetto dei termini. Ciò significa, per dirla con parole semplici, che il Comune, se vuole riacquistare, deve pagare il tutto a valore di mercato con l’edificabilità concessa nel contratto! Non sarà certo il Presidente Fratta Pasini, né il Presidente Bedoni, né il Presidente Biasi a decidere di rinunciare ad una plusvalenza certa e prevista, perché debbono rispondere agli azionisti ed ai soci e non sono certo degli sprovveduti i tre Presidenti degli amministratori che, prima di rinunciare ad una notevole entrata, faranno molta attenzione, anche se ciò non piacerà all’inadempiente Comune di Verona, o al Sindaco, che pontifica senza sapere. Vi è poi un secondo aspetto che mi fa ritenere l’attuale Amministrazione simile, se non peggiore della precedente in tema di gestione del patrimonio; ritiene il Sindaco di essere “proprietario” del patrimonio dell’ “erigenda” Fondazione Forti e del lascito Forti.Non è così! Il saccheggio dei beni “incautamente” lasciati nelle mani del Comune di Verona dal munifico Benefattore è stato depauperato in questi ultimi anni senza corrispettivo adeguato ed ancora oggi il Comune, a quanto mi risulta, non ha individuato le proprietà da trasferire in compenso dei beni alienati del compendio Forti (per esempio la “permuta” del campo di calcio di S.Michele, con l’area di Fondo Frugose, operazione che non è mai stata chiarita e conclusa!); ebbene, ora si vogliono vendere anche gli ultimi fabbricati, perdipiù con destinazione specifica e che sono inalienabili (Galleria d’Arte Moderna), per dare che cosa in cambio?! Per favore, Sig.Sindaco e Signori Dirigenti leggetevi “le carte” e mettete tutto in ordine, secondo diritto e nel rispetto della norma contabile; allora vi accorgerete che disponibilità finanziarie dal lascito Forti e dalla Fondazione Forti non ce ne sono, né potranno esistere per il futuro e vi accorgerete che siete ancora debitori verso quelle istituzioni, con grave responsabilità. Meglio ancora sarebbe che qualcuno, finalmente, decidesse di chiedere alla Corte dei Conti di verificare la gestione del patrimonio scomparso, o non utilizzato per il fine cui era destinato e che riguarda la ricerca, la cura, il sostentamento degli ammalati di tubercolosi (malattia attualissima) ed il rimanente utilizzato per le persone bisognose: non certo per fare parcheggi! Questo compito spetterebbe alla apposita Commissione che deve vigilare e tutelare l’esecuzione delle ultime volontà di Achille Forti, quindi non facendolo è corresponsabile del depauperamento del patrimonio e ne deve rispondere.