Mastella e la questione morale: non basta la sanzione futura di una qualche oligarchia. I cittadini onesti meritano di più
Il caso Mastella, pur nella sua gravità, è solo emblematico di una situazione generale e diffusa di comportamento politico e istituzionale. Più evidente al sud ma perfettamente funzionante anche al Nord, pur con modi diversi. Evidenziato al sud dal panorama [//]delle immondizie campane esprime ancor più fortemente il disagio, l’insufficienza di una classe dirigente, non solo politica, incapace di buon governo. Colpisce il fatto comunque che, per creare qualche conseguenza, sembra efficace solo l’intervento della magistratura penale, mentre il giudizio morale sembra del tutto ininfluente. Non sappiamo se in termini strettamente giuridici le gravi imputazioni sollevate nei riguardi della famiglia, personale e politica, di Mastella siano effettivamente rilevabili, se cioè possano trovare il conforto del Tribunale. Se cioè imporre alle istituzioni la lottizzazione di partito configuri la concussione o meno; se il condizionamento della stessa economia pubblica, degli enti di sviluppo, della finanza partecipata, costituisca, nel quadro di questa politica, elemento formale di reato. Dipenderà dalla interpretazione della magistratura giudicante. Ma ciò che emerge è lo squallore del comportamento politico, della ormai consolidata generale inesistenza della regola morale, dell’etica del comportamento. Per certa politica, ma non solo la politica, l’imperativo categorico è la tutela di tre valori: famiglia, clientela, partito. L’antico “tengo famiglia”, consente comportamenti da privilegio, discriminanti verso gli altri concittadini. La clientela consente di tutelare la famiglia e quindi va resa partecipe di benefici e favori; il partito deve dare “legittimità” a questi comportamenti. Non si diceva, anche molto autorevolmente, che rubare per il partito non era un vero e proprio reato? Craxi fu criminalizzato quando disse in Parlamento che tutti erano colpevoli quanto lui stesso. Fu lasciato solo, forse perché aveva detto la verità. Se la legge morale non conta più, se solo la legge penale ha qualche valore, allora si spiega anche il grande potere della magistratura, che esercita una supplenza alla mancanza di sanzione che ha il comportamento immorale. Infatti non ci si dica che la sanzione a tutto ciò è data dal cittadino elettore che premia e punisce. Non è vero. Chi premia e punisce sono ristrette oligarchie di potere che in genere puniscono i più onesti perché ovviamente più deboli e incapaci di ricatto e di clientela. Gli altri sono più apprezzati perchè rendono di più. Non è una novità. Per il richiamo alla regola morale fu condannato a morte anche Socrate.