Banca di Verona e Fondazione Tovini contro povertà e usura: nuova convenzione. Raddoppiano gli importi prestati, fino a 30mila euro, e l’istituto scaligero si fa parzialmente carico delle perdite sui crediti erogati in convenzione, una novità per un istituto bancario Verona, 18 marzo 2008. Sono stati ben ben sette milioni le persone sotto la soglia della povertà, in Italia, nel 2006. [//]

In Veneto, l’incidenza della soglie di povertà è passata dal 4,5 al 5% della popolazione tra il 2005 e il 2006. L’Istat fissa la soglia di povertà sulla base dei consumi: si tratta di un spesa mensile pari a 582,20 euro per un single, 970,34 euro per una famiglia di due persone e 1581,65 euro per una famiglia di quattro persone. Nel nord Italia le famiglie povere presentano una spesa media mensile di 797,62, dunque la spesa mensile è, in realtà, ancora più bassa della soglia di povertà. Secondo l’Isae, però, l’Istituto di Studi e Analisi Economica (ISAE), Centro studi del Ministero del Tesoro, già chi guadagna meno di 1300 euro al mese si sente povero. Secondo l’Adusbef, a Verona nel 2007 sono aumentati del 22% i pignoramenti immobiliari, la media italiana è del 23%. Stando ai dati della Regione Veneto, sono oltre 1200 le persone senza fissa dimora a carico delle amministrazioni locali, di cui 350 a Verona, mentre per il Rapporto statistico 2007 indica come a rischio povertà il 5,9% della popolazione regionale, circa 481.000 persone. 230mila, di queste, vivono sotto la soglia di povertà.

Meno diffusa, ma molto insidiosa, la piaga dell’usura. Il commissario straordinario per il racket in esecuzione della legge 108/92 di prevenzione dell’usura e della 44/99 di soccorso alle vittime dell’usura, ha accolto, nel 2006, 208 domande ed erogato 13,2 milioni, 7,7 per estorsione e 5,5 per usura nel 2006. Dall’emanazione della legge 44/99 sono stati erogati 94,7 milioni, di cui 58,7 per estorsione e 36 per usura. Attualmente il fondo di solidarietà ha a disposizione 180 milioni Per intervenire in soccorso delle fasce più deboli della società veronese, la Fondazione Beato Giuseppe Tovini e Banca di Verona credito cooperativo cadidavid intensificano la collaborazione iniziata nel 2006, siglando una nuova convenzione che riunisce il progetto di “Microcredito di soccorso” con quello “anti-usura”. L’obiettivo è di dare una risposta concreta alle necessità finanziarie di quelle persone e quelle famiglie che potrebbero risolvere gravi problemi con prestiti di entità modesta, adeguando la convenzione ai nuovi e sempre maggiori problemi cui vanno incontro le famiglie veronesi più sfortunate. Finanziamenti che il sistema bancario difficilmente concede poiché i livelli di reddito non sono tali da garantirne il rimborso: con la nuova convenzione Banca di Verona raddoppia il limite massimo erogabile, fino a 30mila euro, e arriva a farsi carico fino al 40% delle perdite sui crediti erogati in convenzione con la Fondazione Tovini. Una novità, per un istituto di credito. Lo scopo del micro-credito è, quindi, la crescita del tasso d’inclusione finanziaria delle nuove povertà: in prevalenza giovani, donne, non percettori di reddito fisso, immigrati, con situazioni familiari atipiche e meno stabili e non proprietari di prima casa. Fondazione Tovini, dunque, individuerà i casi bisognosi, siano essi persone in difficoltà o vittime dell’usura, e si farà garante con Banca di Verona che erogherà fino a 30mila euro per famiglia per il micro-credito e per caso per le vittime dell’usura, a tassi agevolati, pari al tasso euribor a tre mesi (al momento dell’erogazione) più un punto percentuale. Il tasso rimane, poi, fisso e, dunque, chi riceve il prestito ha la certezza della somma da rimborsare. “La Fondazione è stata istituita sette anni fa dalla Diocesi di Verona – spiega Mons. Giancarlo Agnolini, uno dei fondatori, tuttora Presidente del Consiglio Generale della Fondazione Tovini – per la gestione di un Fondo di solidarietà antiusura che intervenga a soccorso di persone, famiglie o piccole imprese in difficoltà economiche. Decine di volontari, con specifiche competenze offrono consulenza e aiuto alle vittime dell’usura. L’attività della fondazione è improntata, quindi, al principio della Responsabilità Sociale”. Principio che ispira anche l’azione del credito cooperativo, nato sul territorio per lo stesso motivo, dare una risposta concreta alle persone in difficoltà. L’istituto scaligero è già partner di alcuni progetti di micro-credito di soccorso in Ecuador e in Cile. Interventi che mirano a sostenere e promuovere lo sviluppo di casse rurali sul territorio, secondo il modello italiano del credito cooperativo. Una formula che ha avuto successo negli anni ed è tuttora in crescita: trattenere in loco le risorse create, evitando la concentrazione della ricchezza nelle città e il suo trasferimento all’estero.

“Siamo una banca moderna, ma la nostra attività è e rimane improntata alla nostra missione che è quella di sostenere e favorire lo sviluppo delle persone e del territorio – commenta Stefano Bianchi, Presidente di Banca di Verona Credito cooperativo cadidavid – anzi, se non ponessimo sempre maggiore attenzione alle dinamiche del mercato e alla gestione, non riusciremmo neanche a portarla avanti, la nostra missione. Non ha senso, però parlare di promozione del valore economico, sociale e culturale di una comunità locale quando si verificano e sono in sempre maggior aumento i casi di persone e famiglie ai limiti della soglia di povertà”. Sono queste le motivazioni che hanno indotto Banca di Verona a studiare questa seconda convenzione con Fondazione Tovini. La Fondazione, utilizzando la rete di centri d’ascolto delle parrocchie e delle associazioni che fanno capo alla Diocesi scaligera, individuerà i casi bisognosi persone fisiche e/o famiglie. Fino ad ora, Fondazione Tovini ha erogato 583.323 per la prevenzione dell’usura e 96.750 di micro-credito. “Esistono persone – aggiunge Renzo Giacomelli, Presidente della Fondazione “Beato Giuseppe Tovini” che soffrono di discriminazione finanziaria, persone moralmente e socialmente normali: corrette ed oneste, ma solo escluse dai circuiti finanziari perché hanno un reddito inferiore a quella assunto come “soglia” per una gestione redditiva della clientela dai circuiti finanziari tradizionali. Non possono, quindi, chiedere prestiti e, ovviamente, hanno una propensione al risparmio nulla. La situazione di queste persone, invece, era molto meno “trascurata” circa 15-20 anni fa perché esistevano nella Banche risorse umane che operavano con una struttura più personalizzata che avevano una diretta percezione del territorio e del tessuto sociale in cui operavano, che potevano valutare le cosiddette “garanzie sociali”: cioè conoscevano quanto una persona fosse radicata nel proprio ambiente, quanto teneva al suo “buon nome”, alle amicizie, al giudizio della comunità di appartenenza e quindi meritevole di fiducia anche se sotto i “target” imposti dall’operatività bancaria”.

Banca di Verona al legame con il territorio ha improntato tutta la propria azione. Lo stesso consiglio d’amministrazione, che si riunisce ogni quindici giorni per valutare tutte le pratiche di affidamento, rispecchia fedelmente attività e professionalità delle comunità in cui la banca opera. Inevitabile, dunque, la partnership con la Fondazione Tovini. I finanziamenti sono rimborsabili in rate mensili per un periodo che va dai 3 ai 5 anni. Le spese di istruttoria sono limitate a 10 euro per ogni prestito. Nella valutazione della concessione del prestito ci sono anche delle condizioni basilari che devono essere rispettate: § che il prestito basti a risolvere il caso § che preveda la sicura restituzione § che preveda un’indicazione della fonte certa del rimborso § che il beneficiario abbia detto all’ascoltatore tutta la verità Alcune tipologie di intervento: Il caso di malattia, pagamento bollette, tasse e multe particolari non dovuti ad irresponsabilità, per superare un “dissesto economico recuperabile” per incidente imprevisto fisico o finanziario, transitoria disoccupazione superata, lavori urgenti in casa, sfratto dall’abitazione, truffa subita non colpevole, spese per cura di tossico-dipendenti, riparazione di dissesti economici del coniuge a vantaggio di coniuge non colpevole ecc. Se l’iter dell’istruttoria si conclude positivamente, la richiesta di prestito è inviata ad uno degli Istituti Bancari convenzionati, il quale – anche in presenza delle garanzie- svolge una sua istruttoria autonoma.