Fotografia astratta dalle avanguardie al digitale nelle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea. La mostra è a cura di Roberta Valtorta e rimarrà aperta al Centro Internazionale Fotografia Scavi Scaligeri fino all’11 gennaio 2009.[//]

La fotografia è l’arte della realtà. Sappiamo che non esiste fotografia se non quando una scena, una figura, un oggetto, un paesaggio non sono stati davanti alla macchina fotografica che li ha ripresi. Questa è la natura della fotografia, ciò che spesso ci fa pensare alla fotografia come a una registrazione del reale, un “documento”, un racconto.

Eppure a partire dalla grande stagione delle avanguardie storiche che hanno fatto crollare il concetto stesso di “rappresentazione”, la fotografia ha iniziato a occuparsi anche delle forme astratte, dei segni, della luce in se stessa, muovendosi verso soluzioni espressive diverse, che non hanno più la realtà visibile come riferimento, ma realtà “altre”, che fanno capo all’immaginario.

Due i filoni di ricerca.

Da un lato un modo sperimentale che ha condotto molti artisti a utilizzare tecniche diverse da quelle tradizionali al fine di indagare le possibilità espressive del mezzo fotografico, dal fotogramma, ai movimenti della camera, al mosso, fino alla elaborazione digitale. Dall’altro l’utilizzo della normale ripresa fotografica, rivolta però ad aspetti della realtà che già offrono allo sguardo forme astratte, senza necessità di ricorrere ad elaborazioni e a trattamenti particolari.

Il Museo di Fotografia Contemporanea conserva nelle sue collezioni opere di importanti autori, dagli anni Trenta a oggi, che hanno lavorato sul tema dell’astratto.

Molte e diversi gli orientamenti di stampo sperimentale: i fotogrammi sia in bianco e nero che a colori che Luigi Veronesi realizza dagli anni Trenta fino agli anni Ottanta del Novecento, le sperimentazioni geometriche e ottiche di Franco Grignani, i chimigrammi, pirogrammi, idrogrammi di Nino Migliori, i movimenti di macchina di Paolo Monti, i lavori Polaroid di Paolo Gioli, i chimigrammi di Pierre Cordier e di Olivo Barbieri ai suoi esordi, fino alle ricerche digitali della fine degli anni Novanta di Jean-louis Garnell.

Forme astratte sono presenti anche nelle riprese “reali” di Franco Fontana paesaggista, di Aaron Siskind, che studia i segni sui muri delle strade quasi fossero dipinti informali, di Mario Giacomelli che per anni ha fotografato i segni creati sui campi dal lavoro di aratura, di Roberto Masotti nelle sue indagini sulla natura e nelle opere recenti di Silvio Wolf che indagano la pellicola fotografica stessa.

Una selezione rappresentativa di immagini della mostra sarà presentata all’interno di ArtVerona, che si terrà dal 16 al 20 ottobre, e verrà successivamente reintegrata nella mostra agli Scavi Scaligeri.

Catalogo Marsilio Editori

Scheda tecnica

La mostra è aperta al pubblico dal 4 ottobre al 1 gennaio 2009 con il seguente orario:

da martedì a domenica : 10.00 – 19.00 (la biglietteria chiude alle ore 18.30)

Lunedì chiuso; aperta 1 e 2 novembre, 26 dicembre, 1 gennaio (dalle ore 14.00), 6 gennaio

Chiusa il 25 dicembre

Biglietto intero: 5 Euro; ridotto: 3 Euro; ragazzi fino a 14 anni, scolaresche: 1,00 Euro

Sede Espositiva

Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri

Cortile del Tribunale (Piazza Viviani) – 37121 Verona

+39 045 8007490

Tutte le domeniche, con il solo costo del biglietto d’ingresso, è possibile partecipare alla visita guidata della mostra alle ore 11.00

Informazioni

+39 045– 8013732-8000574-8007020 – 8046922

www.comune.verona.it/scaviscaligeri/