Legambiente scrive al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione Veneto: “Sì al rilancio dell’edilizia di qualità e agli interventi per l’efficienza energetica, no alle speculazioni e al cemento selvaggio”.[//]

Siamo pienamente convinti che il rilancio del settore edilizio possa svolgere un ruolo fondamentale per uscire dalla crisi, ma la riqualificazione edilizia, con demolizione e ricostruzione promossa attraverso premi in cubatura, se prevista al di fuori di piani regolatori e dei regolamenti rischia di coprire speculazioni”.

Così Legambiente si è rivolta al Presidente del Consiglio e al Presidente della Regione Veneto Galan, e agli altri Presidenti di Regione, nella lettera inviata oggi per esprimere le proprie preoccupazioni rispetto al Piano Casa in discussione al Consiglio dei Ministri di domani.

“L’innovazione energetica e la riqualificazione del patrimonio abitativo sono al centro dell’agenda dei principali Paesi europei come della nuova amministrazione americana – continua la lettera degli ambientalisti – ma affinché si realizzino interventi di qualità mirati ad aumentare realmente il livello di efficienza energetica degli edifici abitativi, e non speculazioni incontrollate, è necessario legare le cubature annunciate a chiari obiettivi qualitativi attraverso l’obbligo di certificazione energetica degli edifici (Direttiva Europea 2002/91) e ad interventi utili all’integrazione delle fonti rinnovabili, cosicché tutti gli interventi siano caratterizzati dalla presenza di tetti solari”.

Per questo le Regioni dovranno definire con chiarezza le tipologie di intervento, i caratteri, le aree e le categorie escluse, per impedire che siano realizzati manufatti di scarsa qualità che possano complessivamente degradare l’identità del paesaggio e delle città italiane. Nel contempo, bisogna valorizzare appieno la possibilità che la riqualificazione del patrimonio edilizio possa determinare una nuova qualità del modo di progettare e costruire, facendo crescere un settore così importante per l’economia italiana. In questa direzione occorre responsabilizzare i progettisti, mentre l’autocertificazione proposta dal Governo per il via libera deve prevedere sanzioni durissime per chi supera i limiti fissati dalla Legge – dalla radiazione dagli albi professionali per 10 anni a procedimenti penali e amministrativi di demolizione automatici – affinché i Comuni possano verificare quanto sta accadendo evitando il rischio che la riduzione delle sanzioni annunciata rappresenti un invito a costruire molto di più di quanto previsto.

Siamo convinti – conclude Legambiente che domani vedrà i suoi volontari impegnati nel volantinaggio nei pressi di Palazzo Chigi (dove sono state vietate manifestazioni e sit-in), mentre in tutta Italia verranno consegnate le lettere ai Presidenti delle Regioni – che la sfida di avere città più belle e vivibili, un territorio e un’edilizia di qualità, sia un grande motore di crescita dell’economia. Vi chiediamo quindi di impegnarvi nel predisporre un Piano realmente efficace, capace di premiare gli interventi innovativi sbarrando la strada agli speculatori e ai cementificatori”.

Il Veneto – ricorda Michele Bertucco Presidente regionale di Legambiente farà da apripista al nuovo piano del Governo sull’edilizia privata. Non servirà la licenza per ricostruire i palazzi e si potrà realizzare un piano in più su ogni edificio di cinque piani, mentre per adeguamenti a standard energetici, tecnologici e impiantistici, si applicherebbe una super Dia (Dichiarazione di inizio attività) accollando ai progettisti l’intera responsabilità della demolizione e nuova costruzione con ampliamento. Il governatore del Veneto Giancarlo Galan ha giocato d’anticipo e ha varato il “Piano casa” regionale, prima di quello nazionale.

Il disegno di legge predisposto martedì scorso dalla Giunta della Regione Veneto è composto da otto articoli e ha l’obbiettivo di sostenere il settore edilizio attraverso interventi finalizzati al miglioramento della qualità abitativa e a favorire l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili.

Tra i suoi punti caratterizzanti, sulla scia del Piano casa annunciato dal Governo, c’è l’ampliamento del 20% degli edifici esistenti, l’abbattimento di quelli realizzati prima del 1989 per ricostruirli in base agli attuali standard qualitativi, architettonici con il 30% di cubatura in più. Ma anche interventi per favorire l’installazione d’impianti fotovoltaici, molto generici.

In controluce a questo Piano si intravede un’ipotesi di sanatoria degli abusi edilizi che possano avere un alibi impiantistico o energetico, oppure per le irregolarità inferiori al 30% del volume esistente, che sembrerebbero peccati veniali e non rischiano la demolizione.

Questo nuovo Piano annienterà definitivamente – conclude Bertucco – l’ormai labile rapporto di coordinamento sulla salvaguardia paesaggistica e ambientale che c’è tra le norme statali e la potestà regionale in materia urbanistica, frutto della riforma del titolo V della Costituzione voluta nel 2001, in nome di un approccio federalista e lo scempio perpetrato nelle nostre città e lungo le coste del nostro paese avrà effetti di non ritorno attraverso la loro legittimazione.