Parco dell’Adige: operazione “Tabula rasa”. Scempio inconcepibile
Operazione “Sponde pulite” sulle rive dell’Adige, in pieno Parco e nel bel mezzo del SIC, il Sito di Interesse Comunitario istituito in accordo alle normative europee (Direttiva Habitat 92/43/CE). Un taglio “selvaggio” di gran parte della vegetazione arborea e arbustiva – a partire dall’area situata poco più a valle della diga del Chievo fino al noto e frequentato sito di “Catena Beach” – ha interessato una cospicua porzione di centinaia di metri di riva in destra Adige. [//] Al posto dei maestosi pioppi e dei salici che svettavano sullo skyline fluviale, fanno bella mostra enormi massi bianchi – i ‘murazzi’, come li chiamerebbero a Torino, o a Venezia in laguna –. Ma l’Adige non è il Po, e nemmeno San Marco. È il fiume dei veronesi, l’arteria che dovrebbe vitalizzare il rapporto dei cittadini con la città. Tanto più che a corroborare questa prerogativa ci sono un Parco e un Sito di Interesse Comunitario (SIC), regolarmente istituiti e ufficializzati (*). Un Parco e un Sito che rappresentano alcuni degli strumenti di salvaguardia ambientale istituiti dal PAT comunale, insieme al Parco delle Mura e agli altri SIC segnalati dalla Regione Veneto. Un Parco e, soprattutto, un Sito per tutelare l’integrità e la conservazione degli habitat. Era proprio necessario turbare ulteriormente le compromesse sponde fluviali veronesi, già intaccate nella loro fisionomia e nella loro consistenza dagli austriaci, nell’Ottocento, quando canalizzarono e raddrizzarono il corso del nostro amato fiume? Che, per tutta risposta, incatenato e indomito, pensò bene di uscire rovinosamente a visitare città e campagne nella disastrosa rotta del 1882. Noi, come contentino, ci teniamo un corso d’acqua imbrigliato, magari più sicuro, forse, ma impoverito delle sue sponde più belle e caratteristiche. Non è un caso che grandi fiumi europei conservino ancora ampie sponde di prati semi allagati e di boschi ripari, dove scaricano naturalmente e senza danno gli impeti delle piene primaverili e autunnali. Il Sito di Interesse Comunitario e il Parco omonimo sono un primo tentativo per tentare di ricostituire, almeno in parte, l’habitat irrimediabilmente distrutto dalle pesanti sistemazioni idrauliche. Ma pare che tutto ciò non importi molto. Non ci stanchiamo di ripeterlo: era davvero necessario eliminare le piante che consolidano le sponde e creano le zone golenali, tanto preziose per la conservazione degli habitat e tanto belle a vedersi? Era proprio necessario eliminare siti di nidificazione per gli aironi cenerini, che pare non siano così brutti da vedere in un parco fluviale urbano? Ed era davvero necessario eliminare pioppi con tronchi di almeno un metro di diametro, che sono determinanti nel consolidare le sponde del fiume e che offrono un habitat idoneo al picchio per la sua alimentazione e nidificazione? Già, perché pare che non sia proprio un brutto vedere sorprendersi a osservare questo splendido animale nutrirsi sui tronchi degli alberi, mentre tamburella sonoramente in cerca di cibo e noi passeggiamo lungo l’argine del fiume… Domandiamoci anche cosa resterà dopo questo dissennato repulisti tardo estivo. Sì, certo, i muraglioni che biancheggiano, le ceppaie dei pioppi di un tempo e la tabula rasa di un’alzaia che pare l’autostrada. Ma anche l’assenza di tabelle informative lungo il parco fluviale, una sbarra divelta in prossimità dell’accesso a Catena Beach, auto e motorini che vanno e vengono indisturbati, fuochi di barbecue diurni improvvisati e di falò notturni lasciati incustoditi. Cose che c’erano anche prima di questa operazione Sponde Pulite, e che con ogni probabilità resteranno anche dopo. Le ruspe stanno vanzando inesorabilmente in queste ore proprio verso l’antica spiaggetta e noi lancianmo un appello alla pubblica amministrazione: fermatele! di Andrea Tagliapietra (*) I S.I.C. sono individuati dalla D.P.G.R. n° 241 del 18-05-2005, All. B. In particolare, per il sito IT3210043 Fiume Adige tra Belluno Veronese e Verona Ovest, il Decreto riporta: È un tratto di fiume con ampie fasce riparali e con vegetazione igrofila arboreo-arbustiva con qualche residua zona golenale. Il sito nel suo insieme riveste notevole importanza per le specie legate alle zone di acqua corrente. La presenza di tratti golenali, seppur limitati, offre possibilità riproduttiva per le specie della fauna vertebrata di cui al seguente elenco: Specie da All. I Dir. 79/409/CEE UCCELLI: Ardea purpurea Alcedo atthis Egretta garzetta Ixobrychus minutus Tringa glareola Egretta alba Ardea cinerea Actitis hypoleucos Gallinula chloropus Anas querquedula Anas platyrynchos Motacilla cinerea Motacilla alba Acrocephalus palustris Acrocephalus arundinaceus