«Scrivere lettere. Le molte vie di un’arte antica». Si apre un ciclco di incontri al Caffé Dante di Piazza dei Signori (entrata libera) che proseguirà fino alla primavera. Il primo appuntamento che vede come opsite d’aonore l’avvocato Guariente Guarienti è per giovedì 29 ottobre ore 17 Antico Caffè Dante Piazza dei Signori n. 2 – Verona.[//]

«Abbiamo realizzato un vecchio sogno, sorto dopo il restauro del nostro Antico Caffé Dante: l’uso di fare al caffé letture di poesie, discussioni letterarie, funzione con cui è stato fondato nel 1700 – spiega Angiolina Martucci Lanza presidente della delegazione veronese dell’Associazione Italiana di Cultura Classica -. Vogliamo recuperare il valore culturale dell’antico caffé con una serie di letture di testi a noi consueti, ripercorrendo l’importanza degli antichi caffé italiani luogo di discussioni letterarie, politiche, religiose spesso occasioni per fondare giornali e riviste letterarie. Il primo ospite sarà l’avvocato Guariente Guarienti, che accanto ai codici ha posto i testi di Orazio, penalista amante della cultura classica e poliedrico personaggio veronese egli incarna perfettamente vitalità e attualità della letteratura latina e di una pratica, quella dello scambio di idee, che non deve andare perduta soprattutto in questo periodo storico».

L’iniziativa ad entrata libera comprende 7 appuntamenti presso l’Antico Caffé Dante (vedi programma allegato) che si concluderanno il 22 aprile 2010. Info@lanza.tin.it

Un po’ di storia. Cominciamo dal caffé Gambrinus di Napoli in cui siamo stati in occasione di un convegno dell’Università Federico II, caffé descritto nel romanzo La pelle di Curzio Malaparte, frequentato da Gabriele D’Annunzio, Ferdinando Russo, Salvatore di Giacomo e, fra i personaggi stranieri, Emile Zola, Guy de Maupassant, Oscar Wilde. L’OVRA, la Polizia segreta del Fascismo, ne ordinò la chiusura nel 1938 per l’importanza politica. Del caffé Greco di Roma ( 1760 ) Moravia negli Indifferenti scrive: “ho aspettato qui la fine del fascismo”, Guttuso lo ritrae in un quadro ora a Madrid. A Firenze alle Giubbe rosse, dal colore delle giacche dei camerieri, incontriamo poeti come Dino Campana, Aldo Palazzeschi, il pittore Ardengo Soffici e assistiamo alle dispute fra i Futuristi con Marinetti contro i Vociani che criticano Balla, Boccioni, Carrà. Bo scrive “Al famoso Montale delle Giubbe rosse…”. Proprio al Cova di Milano si preparano i moti antiaustriaci del 1848 e il risorgimento. Di Torino fra i tanti caffé ricorderemo il caffé Florio frequentato da Balbo e Cavour. Al Tommaseo di Trieste i giovani scrittori costruiscono la libertà della patria contro gli austriaci. Il Florian di Venezia offre a Goldoni la scenografia della bottega del Caffé e a letterati e pubblico, come noi, l’occasione per assistere, in piazza San Marco, alle feste del Meraviglioso Carnevale. Nel caffé Pedrocchi, caro a quanti di noi hanno studiato a Padova, si sparò contro gli austriaci e di là nel 1943 Concetto Marchesi fece il celebre appello agli studenti “non lasciate che l’oppressore disponga della vostra vita…liberate l’ITALIA DALL’IGNOMINIA”. Il nostro Antico Caffé Dante (1700) fu sempre caratterizzato da eventi letterari, presentazione di libri, recite di testi poetici e teatrali di Aleardi, Betteloni, e più recentemente di Concetto Marchesi, che insegnò nel Liceo Maffei di Verona, di Eugenio Montale, traduttore dei lirici greci con l’aiuto di Caterina Vassalini, ed ora nel ristrutturato Caffé vogliamo riprendere le antiche tradizioni che legano il Caffé all’opera di insegnanti delle scuole di Verona e a cittadini illustri.