Cantina di Soave: il fatturato vola a 78 milioni dopo la fusione con Montecchia. Quasi 8 milioni gli utili
Cantina di Soave mette in bilancio il primo anno dall’incorporazione della cantina di Montecchia di Corsara e registra tassi di crescita a due cifre confortanti in una fase di mercato assai caotica dove non manca la domanda, ma la redditività è in calo pericoloso. Il fatturato cresce del 16% su base annua [//]al 30 giugno scorso attestandosi a 78 milioni di euro (record storico assoluto) ed a circa 33 milioni di bottiglie, superando così la siciliane Cantine Sottesoli e portandosi al vertice del sistema cooperativistico europeo nel comparto vitivinicolo. Una crescita ancora più marcata nelle bottiglie col marchio di famiglie che crescono del 20%, un tasso in linea con quello degli ani appena trascorsi. E il trend non sembra fermarsi: a fine dicembre 2009, con cinque dodici mesi di fatturato maturato, le vendite sono in crescita del 15% come numero di bottiglie collocate, mentre il fatturato resta stabile rispetto all’identico periodo dell’esercizio precedente. E questo la dice lunga sull’erosione dei margini economici del settore vino, dato che negli ultimi anni proprio la Cantina di Soave si era imposta per una rinnovata e assai presente nuona rete commerciale in Italia ed all’estero. Come dimensioni, la Cantina di Soave oggi vinifica tanta uva quanto l’intero Trentino: un milione e cinquanta mila ettolitri. Questi alcuni dei dati salienti presentati nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine d’anno destinata agli stakeholders scaligeri della Cantina, assieme al bilancio approvato quasi all’unanimità nel corso dell’assemblea di novembre: con 2200 soci produttori, 6000 ettari di proprietà, un milione di quintali di uva prodotta, 27 linee di pigiatura, 4 linee di imbottigliamento, 12 appassitoi ha raggiunto quest’anno, in tema di liquidazione delle uve, la cifra di 40.280.000 euro, per un prezzo medio di quasi 40,00 euro il quintale (iva esclusa), confermandosi principale azienda cooperativa vitivinicola di primo grado in Italia. In tema di capitalizzazione aziendale il patrimonio netto raggiunge quest’anno gli oltre 46.000.000 di euro, a fronte di un cash flow di 5.844.000 di euro e un utile di esercizio di 7.272.600 di euro. Il bilancio 2008/2009 di Cantina di Soave – l’azienda controlla oggi il 48% della produzione totale di Soave Doc, il 43% della produzione totale di Soave Classico, il 49% della produzione di Valpolicella Doc, il 70% della produzione di Lessini Durello – se confrontato col precedente evidenzia volumi differenti, con un aumento del patrimonio, una crescita del fatturato e un aumento della capacità aziendale di fare cash flow, a fronte comunque di una generale situazione economica complessa.[//] «Il bilancio di quest’anno – spiega Bruno Trentini, Direttore Generale di Cantina di Soave – presenta nel suo complesso molti elementi di positività, tuttavia abbiamo registrato, seppur in maniera decisamente minore rispetto ai prezzi di mercato, una diminuzione dei valori unitari dei prezzi delle uve, con effetti sulla vendemmia appena chiusa e sull’esercizio in corso. Questa tendenza al ribasso nella remunerazione delle produzioni agricole fa si che molte aree viticole italiane abbiano una produzione lorda vendibile non in grado di coprire i costi di produzione. La nostra zona non rientra in tale condizione ma subisce comunque un livellamento verso il basso dei prezzi. Solo la struttura organizzativa delle cantine sociali – ribadisce il direttore generale – ha permesso ai produttori di veder sostenuto il prezzo delle loro uve nell’ultima vendemmia. Da oltre dieci anni infatti Cantina di Soave ha scelto di rafforzare la sua strategia di marca, come risposta ad un mercato sempre più competitivo, dove anche le DOC iniziano a manifestare segni di debolezza strutturale». Ogni 100 bottiglie vendute da Cantina di Soave, 63 sono a marchio aziendale e di queste il 50% finisce all’estero. Si inserisce all’interno della strategia di rafforzamento commerciale e di differenziazione di prodotto anche la recente costituzione della società Cantina di Soave USA, con sede a Clinton nel Massachusetts che vuole far rinascere l’immagine del Soave negli Stati Uniti (primo mercato al mondo) dopo l’appannamento del recente passato. In tema di mercati esteri Cantina di Soave mantiene salde le sue posizioni (la quota export copre il 60% del totale) e dei 40 paesi in cui è presente con le proprie tipologie, si conferma ad oggi per importanza la Germania che assorbe il 38% della quota totale delle esportazioni, seguita da Gran Bretagna col 35%, dai Paesi Scandinavi con 14%. « Le prospettive per il futuro – evidenzia Attilio Carlesso, Presidente di Cantina di Soave – sono meno fosche di quello che possono sembrare e prova ne è il fatto che Cantina di Soave proprio negli ultimi anni, grazie ad una importante politica di differenziazione dei brand, ha saputo penetrare i mercati esteri in maniera capillare, sia per quanto riguarda la distribuzione moderna, sia per quanto concerne il canale della ristorazione e dei negozi specializzati. Attendiamo ora di vedere gli sviluppi per quanto riguarda il mercato americano. Di certo intendiamo proseguire nella politica del rigore gestionale: la mia via maestra è quella di creare reddito ai nostri soci distribuendo utili e mai quote di capitale. Non vogliamo ripercorre gli errori compiuti da altri e costati assai caro. Siamo stati quest’anno e vogliamo continuare ad essere un’ancora di salvezza per i produttori; noi rappresentiamo la realtà che dà equilibrio ad oltre 2mila200 aziende associate. Una cooperativa guidata con criteri rigidamente imprenditoriali e con grande senso di responsabilità». .