v:* {behavior:url(#default#VML);} o:* {behavior:url(#default#VML);} w:* {behavior:url(#default#VML);} .shape {behavior:url(#default#VML);} Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:”Times New Roman”; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}
“Non è tanto nel valore assoluto che si concentra la nostra attenzione – prosegue Albini -, non dimentichiamo infatti che l’artigianato veronese conta ancora su 28.692 imprese attive, ma sulle 2.615 cessazioni a fronte di sole 1.977 iscrizioni. Le altre regioni italiane sembrano resistere meglio alla crisi rispetto al Veneto. Nessun territorio ha avuto un calo come quello della nostra regione sia in termini assoluti (-3.057 aziende) che in percentuale (-2,1%). Sta di fatto che il Veneto è scalato di un posto nella classifica italiana per presenza di aziende artigiane, lasciando il secondo posto all’Emilia Romagna. Fenomeni che ci preoccupano e non poco”.
Se scendiamo nel dettaglio dei settori, l’andamento complessivo del 2009 enfatizza dinamiche regionali già in atto: il rallentamento brusco nel saldo delle imprese edili che quest’anno si ferma ad un -1.253 unità che da solo spiega un terzo del calo regionale; la drammatica selezione in atto in due settori diversi tra loro ma colonne portanti dell’economia regionale come il Legno-Arredamento che fa registrare un calo di ben 243 imprese e la Metalmeccanica che chiude l’anno con 500 ditte in meno. Anche l’autotrasporto segna un forte calo: -398 ditte. L’unico segnale positivo viene dai servizi alla persona che, anche in un periodo di stagnazione dei consumi interni, attirano ancora nuovi imprenditori: +88 aziende è il saldo tra nate e cessate che porta il comparto ad avere quasi 16mila attività operative in regione.
“Le aziende artigiane sono la cartina di tornasole dell’efficienza di un Paese – prosegue Albini -: lavorano, producono e si moltiplicano in modo straordinario nei momenti di benessere e di efficienza tanto velocemente quanto soffrono e chiudono nei periodi di congiuntura negativa e di intoppi burocratici. Ed è proprio in momenti di crisi come quello attuale che è necessario eliminare quanti più intoppi inutili possibile.
“Dicono che la ripresa sia già iniziata – continua il presidente della Confartigianato di Verona -, ma la sensazione è che, se così è, essa sia molto, troppo lenta. E’ indubbio che l’economia tornerà a girare anche per le famiglie e per i piccoli imprenditori, ma nel frattempo dobbiamo tenere duro e tamponare le situazioni più difficili. A fronte di una lenta ripresa, però, non possiamo fare a meno di notare la tendenza al rialzo di alcune tariffe, come quelle sui pedaggi autostradali, sull’energia e sui carburanti. Segnali tutt’altro che incoraggianti, ad esempio, per l’Autotrasporto, che si trova costretto ad operare quotidianamente sulla scia di tali rincari. Non vorremmo sembrare ripetitivi, ma se gli imprenditori, soprattutto noi, di piccole dimensioni, stiamo facendo la nostra parte per restare a galla e per aiutare contestualmente il Paese a non subire i contraccolpi che altre nazioni hanno affrontato, vorremmo che altrettanto venisse fatto da quelle Istituzioni, pubbliche e private, che dovrebbero incentivare la rincorsa ad un ritorno alla normalità”.