A Verona le compravendite di abitazioni si sono quasi dimezzate: dal 2007 a settembre 2009 sono passate da 13288 a 7000 (Fonte Agenzia del Territorio).Il Piano Regionale straordinario di piccoli lavori pubblici sta finanziando 94 interventi per un importo totale di 33,8 milioni di euro, con un contributo regionale di 27. L’importo medio degli appalti è di 360mila euro. “Ringraziamo l’assessorato ai lavori pubblici della Regione – commenta Andrea Marani, presidente di Ance Verona e vice presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori, intervenuto all’Assise nazionale delle[//] Costruzioni tenutasi ieri a Venezia – ma sono necessari interventi di tutt’altra caratura, sosteniamo e condividiamo l’appello dell’assessore Giorgetti ad una maggior libertà e semplicità per le stazioni pubbliche appaltanti: davvero i 6-800 milioni che si sbloccherebbero liberando le amministrazioni dai laccioli del patto di stabilità potrebbero ridare fiato al settore per ripartire. Il piano casa del Veneto è sicuramente la migliore applicazione di questa norma che abbiamo avuto in Italia, ma è stato stravolto da tutti gli interventi locali. Come Ance Verona stiamo raccogliendo le diverse delibere comunali di accoglimento del Piano: non c’è n’è una uguale all’altra”. Delibere, imposizioni normative ai limiti del salasso, come quella dell’impossibilità di detrarre l’iva sul costruito dal IV anno di invenduto in poi, gli ostacoli che l’impresa edile ogni giorno si trova a dribblare sono numerosi e contro le quali hanno manifestato oggi a Mestr oltre 700 imprenditori edili provenienti da tutto il Veneto. Imprenditori, rappresentati dal Presidente Ance, Paolo Buzzetti, e dal presidente regionale, Stefano Pellicciari, che hanno ospitato, oltre all’assessore Giorgetti, anche il Ministro Brunetta e l’onorevole Letta. “Burocrazia a parte, tenuto conto del patto di stabilità e chei contratti chiusi vanno onorati il sistema bancario e finanziario dovrebbe intervenire a nostro sostegno. Sia per i lavori pubblici perchè sono garnatiti dall’ente pagatore, che per i privati perchè sono garantiti dagli immobili. In entrambi i casi si tratta di garanzie concrete e affidabili”. “I problemi quindi li possiamo riassumere in due punti – prosegue Marani -: a livello nazionale per la fiscalità oppressiva. A livello locale, dato che vogliamo parlare di federalismo, per la burocrazia. Tutti i politici parlano di riforme, è ora di parlare di cambiamenti, perché il vero problema è l”amministrazione pubblica. Basta ricordare che è più di un anno che il Cipe ha deliberato fondi stanziali per le piccole manutenzioni, per le scuole, per le carceri. Ad oggi non si è ancora visto nulla. Poi si piange quando crollano gli edifici e si verificano le catastrofi per mancata manutenzione delle infrastrutture. Impegniamoci tutti a risolvere problemi di cui parliamo da anni, in qualche mese. Altrimenti la nostra categoria è destinata a morte certa perché lo ricordiamo per ogni euro investimento se ne generano tre. Tutto il mondo ha fatto qualcosa per il settore, da noi non si è fatto nulla. AL mondo politico dico fateci lavorare, altrimenti ci toccherà scendere in piazza. Così è possibile dare una risposta concreta alla crisi. Ricordo che quando l’edilizia andava bene, il sistema bancario ci correva dietro, troppo facile è oggi abbandonare l’ammalato di un semplice raffreddore e lasciare che diventi una polmonite”. “Gli amministratori faticano a far fronte ai pagamenti, frenati dal rispetto dei patti di stabilità, ma c’è da dire che anche quando possono appaltare, lo fanno in tempi troppo lunghi perché un’impresa possa gestire in modo economico un cantiere. Pare che solo il Comune di Verona applichi la procedura negoziata per gli appalti di importo inferiore ai 500mila euro, mentre gli altri continuino con le vecchie procedure, molto più lunghe ed complicate. Auspico che il progetto di riqualificazione degli edifici scolastici finalmente sdoganato la settimana scorsa non venga frenato da questa abitudine. Noi costruttori, con il Durc, con i modelli organizzativi, le certificazioni di qualità che dobbiamo ormai presentare per poter operare con il settore pubblico abbiamo guadagnato in professionalità e competenza. Sarebbe auspicabile che le stesse stazioni appaltanti pubbliche, soprattutto nel caso delle piccole amministrazioni, facessero altrettanto. Che peschino dal “pozzo dei documenti” citato dal Ministro Brunetta nel loro archivio, invece di chiederci per ogni pratica, ogni volta, sempre gli stessi documenti. Che si adeguino alle più recenti metodologie di appalto, seguente le innovazioni portate avanti dall’amministrazione regionale “. Grande la soddisfazione, poi, da parte dei costruttori veronesi, per la dichiarazione del Ministro Brunetta di recepire al più presto la Direttiva europea che impegna gli amministratori pubblici rispettare i 30 giorni, salvo deroghe, come termine per i pagamenti delle stazioni pubbliche appaltanti. Direttiva che è in corso di discussione e dovrebbe essere approvata a Bruxelles entro settembre.