Siamo soddisfatti dell’apertura mostrata da Grandi Stazioni rispetto all’opportunità di procedere in corso d’opera all’ampliamento del parcheggio bici coperto e custodito della Stazione di Porta Nuova, tuttavia non comprendiamo il linguaggio politichese usato [//]dall’azienda: che cosa significa infatti questa apertura se poi l’azienda si dice indisponibile a dedicarci spazio e denaro? Vale ricordare che Grandi Stazioni usa soldi pubblici e che se la richiesta arriva dal primo cittadino di una città importante come Verona significa che esiste un preciso interesse da parte della cittadinanza affinché il progetto venga sostanzialmente modificato. Non si capisce poi per quale motivo un’azienda che lavora con soldi pubblici debba portare avanti un progetto che già in partenza si sa essere inadeguato. Questa è già la seconda volta che viene modificato. Prima della mobilitazione degli Amici della Bicicletta del 2004 esso non prevedeva alcun posto bici. Ora, a sei anni di distanza, i 400 posti introdotti allora si rivelano a detta di tutti largamente insufficienti. Sarebbe dunque doveroso da parte di Grandi Stazioni mettere le carte in tavola con noi, il Sindaco e la cittadinanza, fornendo i dati dei costi degli stalli bici spiegando quali ostacoli ci separano dalla possibilità di avere anche a Verona un parcheggio bici della stazione all’altezza della situazione. A cura di Paolo Fabbri, presidente Amici della Bicicletta di Verona