Comuni ricicloni in Veneto. La classifica
Il Veneto si conferma la regione più riciclona d’Italia. E’ questo il quadro che si evince dal dossier Comuni Ricicloni del Veneto 2010 (relativo ai dati 2009), presentato da Legambiente questa mattina a Verona. Nella nostra regione si è raggiunta una media di raccolta differenziata del 56,3%. Tra le province svetta Treviso con il 74,5%, seguita da Padova con il 67,6%, Rovigo con il 67,5%, Venezia con il 60,6%, Verona con il 57,4%, Vicenza con il 56% e a chiudere Belluno con il 47,2%.[//] Legambiente ha suddiviso, nella propria classifica, i comuni del Veneto in tre fasce: 1. Comuni con popolazione residente inferiore a 5000 abitanti, per complessivi 802.319 abitanti 2. Comuni con popolazione compresa tra 5001 e 25000 abitanti, per complessivi 2.485.921 abitanti 3. Comuni oltre 25.000 abitanti, in cui ricadono anche tutti i Capoluoghi di Provincia, con complessivi 1.625.438 abitanti A fare la parte del leone in tutte le classifiche sono i comuni della Provincia di Treviso che vincono in tutte le categorie con Cimadolmo (comuni inferiori ai 5.000 abitanti) che raggiunge quota 83,1% di raccolta differenziata. Nei comuni tra i 5.000 e 25.000 abitanti vince Sernaglia della Battaglia con l’81,9% e nei comuni con più di 25.000 abitanti è Montebelluna a svettare con il 75,5%. “Per il Veneto, al di là dei risultati generali ottenuti e al di là delle buone pratiche di molti comuni, auspichiamo scelte impiantistiche complessive che non siano in contrasto con la riduzione e la differenziazione, ma che siano dotati della flessibilità necessaria per seguire i passi di un’evoluzione positiva del mondo dei rifiuti – dichiara Marco Ricci referente rifiuti di Legambiente Veneto – Molti comuni veneti hanno messo in atto buone pratiche volte alla riduzione dei rifiuti e alla raccolta differenziata, a questo devono seguire scelte impiantistiche capaci di cogliere i risultati ottenuti in questi anni”. Nel corso del 2009 sono state prodotte in Veneto circa 2.372.000 tonnellate di rifiuti urbani, dei quali più di 1,34 milioni di tonnellate sono state raccolte in modo differenziato e destinate al riutilizzo, al riciclaggio e al recupero. Se tutta la Regione Veneto si allineasse ai risultati della Provincia di Treviso, con una crescita della raccolta differenziata a più di 74 punti percentuali e una contemporanea riduzione del rifiuto urbano complessivamente gestito, farebbe “crollare” il quantitativo Regionale di rifiuto da smaltire a circa la metà di quello prodotto nel 2009, ossia 543.000 tonnellate. Si tratta a nostro avviso di uno spunto interessante per valutare gli strumenti da mettere in atto per consolidare lo scenario Regionale di gestione dei rifiuti urbani nel medio periodo. “Il rischio – ricorda Michele Bertucco Presidente di Legambiente Veneto – è che nella nostra regione si rallenti la raccolta differenziata, come già successo in Lombardia, per favorire lo sviluppo degli impianti di incenerimento. Impianti, che i cittadini veneti grazie al loro impegno nella raccolta differenziata stanno dimostrando essere inutili”. Quindi o si rispettano gli obblighi di legge o dobbiamo aspettarci uno stop alla differenziata e una perdita del senso civico dei cittadini soprattutto quelli che oggi, collaborando con le Amministrazioni virtuose, hanno raggiunto quote superiori all’80% della raccolta differenziata. Riteniamo per tanto come già altre volte espresso che vadano promosse politiche volte: alla riduzione della produzione di rifiuti, anche mediante incentivi volti, ad esempio, a diminuire l’utilizzo di imballaggi; all’incremento della raccolta differenziata col sistema porta a porta, che oltre a consentire un maggior riutilizzo dei rifiuti, permette anche una più equa tassazione, perché proporzionale ai quantitativi di rifiuti prodotti; all’aumento del recupero, del riciclaggio, degli impianti di compostaggio. In questo modo avremo trasformato i rifiuti da problema a vera risorsa per la collettività. “Il contrario – conclude Lorenzo Albi Presidente di Legambiente Verona – di quanto sta avvenendo a Verona. Dove la volontà di avviare a tutti i costi l’impianto di Ca’ del Bue si pone in contrasto con i risultati che i comuni stanno raggiungendo con la raccolta differenziata spinta. Risultati che dovrebbero far riflettere gli amministratori sull’utilità di questo inceneritore”.